Sindacati e associazioni di categoria: “L’Abruzzo è paralizzato”

La chiusura della A14 al traffico pesante di fatto paralizza l’Abruzzo: lo dicono, nei rispettivi comunicati stampa, le associazioni sindacali e di categoria i cui lavoratori sono interessati dalla disposizione della Procura di Avellino.

Il segretario della Filt Cgil Abruzzo Molise, Franco Rolandi, a proposito dell’interdizione ai mezzi pesanti del tratto dell’A14 tra i caselli Città Sant’Angelo – Pescara Nord e Atri Pineto, dichiara:

“Tra i problemi della A14 e i disagi sulla A24/A25, cui si aggiungono le difficoltà infrastrutturali sul fronte ferroviario, l’Abruzzo è paralizzato. Ancora una volta questa regione dimostra di essere bistrattata dal Governo. Siamo di fronte a situazioni che non trovano attenzione da parte delle istituzioni. Di fronte a questi casi bisognerebbe mettere da parte appartenenze e divisioni politiche. Le difficoltà interessano in prima battuta le imprese di trasporto, con ricadute economiche importanti, che alla fine hanno effetti anche sui lavoratori. Gli operatori del settore devono rispettare dei tempi di guida ben precisi, che ora sono fortemente condizionati da questi disagi”.

Sulla stessa linea anche Confartigianato Abruzzo:

“Si sta bloccando l’Italia. – dice il presidente di Confartigianato Trasporti Abruzzo, Gabriele Sillari – I nodi tornano al pettine: tutto quello che non è stato fatto in passato sta tornando a galla ora. Tutto ciò che è ordinario, a lungo trascurato, oggi diventa un’emergenza straordinaria. E’ una vicenda che interessa e ha effetti sull’intera economia regionale, dalle merci al turismo. Ben venga la sicurezza, ma bisogna individuare un percorso alternativo, avere il tempo di organizzarsi e su questo non c’è e non c’è mai stato un piano preciso. La statale 16, unica reale alternativa, in alcuni tratti è vietata ai mezzi pesanti. Noi abbiamo dei tempi di guida e di riposo: possiamo guidare per massimo nove ore al giorno, fascia in cui, in autostrada, percorriamo circa 500 chilometri teorici. Se per fare cento chilometri ci vogliono tre ore viene meno la possibilità di avere un’attività di trasporto redditizia, non ha più senso lavorare. A tutto questo si aggiunge il problema di approvvigionamento delle merci”.

La CNA Fita definisce la vicenda “un incubo per i mezzi pesanti”:

 “L’ultima tegola per l’autotrasporto si è abbattuta nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, quando in A14 sono comparsi i primi avvisi di divieto di transito ai mezzi pesanti – autobus e camion – nel tratto compreso tra Pescara nord e Pineto in entrambe le direzioni, con obbligo di uscita e inevitabile dirottamento sulla Statale 16 Adriatica. Un provvedimento determinato dal decreto del Gip di Avellino che, basandosi sul parere dell’Ufficio ispettivo territoriale di Roma del ministero dei Trasporti, ha ritenuto il viadotto del Cerrano a rischio crollo in ragione di un eccessivo ammaloramento strutturale e di una frana che interessa la base dei piloni che lo sostengono. Questo vuol dire stop ai mezzi pesanti in A14, deviazione sulla statale 16 con inevitabili intasamenti, code, aumento dell’inquinamento ambientale e del rischio incidenti nelle aree interessate. Oltre a enormi disagi per tutti gli autisti già sottoposti ad un rigido rispetto dei tempi di guida e di riposo.
La CNA Fita denuncia l’assurdità di questa situazione, un tunnel di cui non si vede l’uscita, con l’amara certezza che la situazione potrà solo peggiorare in caso di maltempo e in mancanza di interventi immediati. Il conto di questi problemi di viabilità, in termini economici, ambientali e sociali – a detta degli autotrasportatori CNA – viene pagato ancora una volta dagli autotrasportatori italiani e stranieri che malauguratamente si trovino a percorrere quella che una volta era una arteria vitale del Paese e che oggi, invece, è ridotta a un percorso fatto di continui ostacoli tra cantieri e sequestri. Chiediamo che i decisori pubblici si attivino per riconoscere un giusto indennizzo a chi oggi vive sulla propria pelle un problema creato da altri. E chiediamo anche che tutte le parti in causa si siedano subito intorno a un tavolo per risolvere celermente e definitivamente questa incresciosa situazione”.