Due alpinisti teramani morti sul Gran Sasso

Due alpinisti morti sul versante teramano del Gran Sasso, nei pressi del monte Brancastello.

E’ di due vittime il bilancio di una spedizione alpinistica sul versante teramano del Gran Sasso. Un terzo alpinista si è salvato ed è ancora sotto shock. Sarebbe stato proprio il superstite a dare l’allarme. La tragedia è avvenuta ieri intorno alle 9,30. La magistratura ha aperto un’inchiesta.

AGGIORNAMENTO. Le vittime sono due alpinisti teramani, Francesco Carta, che avrebbe compiuto 45 anni tra pochi giorni, residente a Cermignano e trasferito a Bisenti dopo il terremoto, ed Enrico Faiani, artigiano 61enne di Castelli. La tragedia è avvenuta a poco più di 2000 metri sulla via del Brancastello, nel vallone di San Pietro, sul versante teramano del massiccio del Gran Sasso. I due facevano parte di un gruppo di cinque amici che di buonora hanno ‘attaccato’ la parete ciascuno per proprio conto, con picconi, ramponi e corde e senza essere legati l’uno all’altro. La tragedia si è verificata quando il sole era caldo e alto ma la parete ancora ghiacciata. All’improvviso, una delle due vittime ha perso la presa alla roccia ed è scivolata travolgendo il compagno immediatamente sotto di lui. Entrambi sono volati radenti alla roccia. Il primo è finito su una terrazza a circa 400 più in basso, l’altro più giù. Salvi gli altri tre componenti della spedizione. I corpi dei due alpinisti morti sono stati recuperati a 2.100-2.200 metri di altezza. Le operazioni di recupero sono state effettuate dalla stazione di Teramo del soccorso alpino. La magistratura ha aperto un’inchiesta, le indagini sono affidate ai carabinieri della stazione di Isola del Gran Sasso, competenti per il territorio dell’incidente. E’ probabile che uno dei due abbia perso la presa scivolando verso valle e trascinando giù anche il compagno sotto di lui. Presumibilmente Carta e Faiani erano gli ultimi della fila dei cinque. Il gruppo era composto da alpinisti esperti e ben equipaggiati per la scalata. A dare l’allarme sono stati i tre compagni, testimoni impotenti della caduta di Carta e Faiani. Seppure in stato di shock, hanno dato subito l’allarme con il telefonino; i soccorsi sono stati tempestivi, ma inutili. I tre superstiti sono stati assistiti e aiutati a ridiscendere dalla parete dagli uomini del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico della stazione di Teramo, che hanno anche collaborato con l’elisoccorso del 118 aquilano nel il recupero delle salme. Le salme sono state composte all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo.