Ancora guai per il Baccanale di Teramo

Dal fallimento al rinvio a giudizio: continuano i guai per il Baccanale di Teramo.

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, seguita al fallimento del locale, i due amministratori del bar ristorante di via Mazzini potrebbero essere chiamati a difendersi in tribunale. Ad avere ravvisato sufficienti elementi per andare a processo è stata il pubblico ministero Enrica Medori, che accusa i due imprenditori Giuseppe Paterna e Adriano De Remigis, ex amministratori della società Baccanale Srl, di bancarotta fraudolenta patrimoniale. Secondo il pm, in sostanza, i due avrebbero distratto dalle casse societarie, senza giustificazione contabile,  circa 64000 euro. Ora la palla passa nelle mani del Gup, il giudice per l’udienza preliminare, che dovrà decidere se mandare i due amministratori a processo o invece disporre il non luogo a procedere. Con la richiesta di rinvio a giudizio i due indagati diventano automaticamente imputati, condizione che potrebbe cambiare qualore il gup optasse per il non luogo a procedere. Paterna è difeso dagli avvocati Gianni Falconi e Giuseppina Di Massimo e De Remigis dall’avvocato Fabrizio Acronzio. Precedentemente, all’indomani della sentenza di fallimento, il giudice Giovanni Cirillo aveva emesso il decreto di vendita del locale di via Mazzini, chiuso dal gennaio scorso, pochi giorni prima del terremoto che lo aveva temporaneamente reso inagibile (fino ai lavori di messa in sicurezza adottati dai proprietari delle mura).