Prove sicurezza antisismica in scuole ma… L’Aquila non c’è

Prove sicurezza antisismica ieri nelle scuole d’Abruzzo, ma …manca L’Aquila. La denuncia delle associazioni.

Quaranta istituti e cinquemila studenti nelle province di Chieti, Teramo e Pescara hanno preso parte alle prove di evacuazione previste nel progetto di test della “Sicurezza dinamica nelle scuole d’Abruzzo” delle strutture scolastiche promosso e coordinato da ASSAI (Associazione Scuole Sicure Abruzzo Italia) e dai diversi Comitati locali per la Sicurezza delle Scuole presenti nella regione.

All’esperimento sulla sicurezza sismica non hanno partecipato le scuole del comune dell’Aquila, territorio colpito dal sisma del 2009 e del 2016 e 2017, come denunciato dall’associazione e dal comitato del capoluogo. Un solo istituto della provincia ha risposto all’appello, un istituto di Pratola Peligna.

“I dirigenti scolastici hanno comunicato che non avrebbero partecipato perché non avevano intenzione di fare da soli le prove ma che avevano intenzione che l’operazione fosse coordinata dal Comune dell’Aquila – spiega Silvia Colacicchi, volontaria di Assai e del comitato dell’Aquila per la sicurezza delle scuole -. In una nota del Comitato Scuole Sicure L’Aquila si sottolinea che le prove sono state “un’occasione per iniziare a considerare scenari più complessi e realistici, e in generale per sensibilizzare sull’importanza della buona preparazione agli eventi calamitosi. Importanza pari a quella della sicurezza strutturale degli edifici”. “La nostra città è stata colpita nove anni fa da un terremoto che ha colto tutti impreparati, in termini di sicurezza degli edifici e in termini di piano di emergenza cittadino. Se è vero che ogni scuola ha un suo piano e che la normativa prevede che sia il corpo dirigenziale e docente a farsi carico dell’evacuazione degli studenti in caso di sisma (o altra emergenza) entro i limiti delle aree di pertinenza di ciascuna struttura scolastica, è altrettanto vero che un eventuale allarme cittadino richiede interventi e azioni coordinate dagli enti preposti alla protezione civile – prosegue la nota -. Abbiamo più volte sollecitato la predisposizione di un piano di emergenza specifico per i poli scolastici. All’invito a partecipare all’iniziativa regionale, il Comune dell’Aquila ci ha riferito che un piano di emergenza dettagliato per le scuole è attualmente in elaborazione e ha prospettato la possibilità di un’esercitazione completa per il prossimo settembre”. “Anche alcune delle dirigenze scolastiche contattate e invitate a partecipare all’iniziativa, pur condividendo la necessità di un piano specifico per le scuole, hanno preferito declinare e subordinare la loro adesione al momento in cui sarà il Comune stesso a organizzare un’esercitazione; le dirigenze dei circoli di istruzione primaria hanno preferito non rispondere affatto Ci rammarichiamo per la mancata adesione dell’Aquila – si legge ancora nella nota -. Questo progetto parte ora, al termine dell’anno scolastico, ma proseguirà nel tempo, nell’ottica di porre una sempre maggiore attenzione alle procedure di sicurezza nel cosiddetto ‘tempo di pace’. Ci auguriamo che all’inizio del prossimo anno scolastico questa iniziativa possa incontrare maggiore attenzione e disponibilità da parte di tutte le istituzioni coinvolte e che L’Aquila voglia condividere con le altre scuole della Regione la propria esperienza maturata fin dal 2009. Resta però la constatazione che ad oggi un eventuale disastro ci troverebbe ancora impreparati, dal punto di vista tanto della sicurezza degli edifici scolastici, quanto di una collaudata organizzazione necessaria ad affrontare e gestire una situazione di emergenza. Il sisma del 6 aprile 2009 si è verificato in orario notturno, gli eventi del 17 gennaio 2018 in concomitanza con la chiusura delle scuole per neve; nessuno può dire, neppure gli enti comunali preposti e quelli scolastici, quale sarebbe stata la situazione e come sarebbe stata fronteggiata se le scuole fossero state aperte. Noi continuiamo a chiedercelo, e a non voler continuare a confidare nel caso. Aspettiamo settembre – conclude la nota.