Corradino D’Ascanio, Popoli lo ricorda così

Coraggioso come solo i geni sanno esserlo, creativo come un bambino, preciso e potente come un ingegnere con le ali: Corradino D’Ascanio era questo e molto altro. La sua città natale, Popoli, lo ricorda nella segnaletica stradale, ma lo trascura sul sito istituzionale.

Papà dell’immarcescibile Vespa e dell’elicottero, D’Ascanio sfidò le leggi della fisica e i pregiudizi delle cariatidi imprimendo una svolta epocale al trasporto privato, su strada come in cielo. Ancora oggi è il popolese più noto nel mondo e così, finalmente, la sua città non lo dimentica più… ad eccezione del sito internet del Comune, in cui né il nuovo logo né alcuna immagine vecchia si impone a prima vista. Occorre digitare specificatamente il nome D’Ascanio nel motore di ricerca interno per arrivare alla pagina dei cittadini illustri. Forse una bella foto dell’ingegnere sulla home page sarebbe stata più efficace, o almeno una della Vespa nella galleria delle immagini. Comunque va detto che, dopo l’approvazione del logo comunale che rappresenta D’Ascanio, il sindaco Concezio Galli ha disposto almeno la cartellonistica. La segnaletica verticale sulla quale campeggia il logo accoglie i visitatori sin dall’ingresso in città e li accompagna lungo strade e piazze, per poi salutarli all’uscita.

“Corradino D’Ascanio – ha affermato il sindaco Concezio Galli in occasione della presentazione delle iniziative per ricordare l’inventore della Vespa – è un vero e proprio genio del Novecento, rappresenta la massima gloria di Popoli e si inserisce nella secolare tradizione italiana degli uomini più ricchi di intelligenza. Siamo fermamente convinti che il progetto D’Ascanio possa dare un forte impulso all’economia della città, le cui potenzialità turistico-ricettive ed ambientali sono notevoli e di grande qualità e fino ad oggi non ancora sfruttate al meglio”.

Il brevetto della mitica Vespa fu depositato da D’Ascanio il 23 aprile 1946, 70 anni fa, successivamente un prototipo venne esposto al salone del ciclo e del motociclo di Milano, ma è probabile che al momento fossero ancora in pochi, D’Ascanio e Piaggio in testa, a rendersi conto della portata rivoluzionaria di un mezzo considerato oggi un’icona immortale. E che sia l’anno della Vespa se ne sono accorti in tutta Italia, in particolare a Pontedera, dove il genio di D’Ascanio incontrò un imprenditore illuminato come Enrico Piaggio: le brillanti scintille nate da quel connubio circolano ancora oggi su due ruote: un mito di settanta anni chiamato Vespa.

 

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Corradino D’Ascanio

Corradino D'Ascanio

Nasce a Popoli il 1° febbraio del 1891. A 17 anni costituisce e collauda personalmente il primo aliante, con esiti non troppo brillanti, si dice. Si laurea in ingegneria al Politecnico di Torino e subito dopo, nel 1914, si arruola volontario nel battaglione aviatori con l’incarico di sovrintendere al collaudo dei motori aerei. Sono queste prime esperienze giovanili, sostenute da una enorme volontà e da una ancor maggiore passione per tutto ciò che vola, a fare di Corradino D’Ascanio il pioniere italiano dell’elicottero. Come accade a tutti i pionieri, però, la sua preziosa opera di ricerca ingegneristica fu capita con enorme ritardo, e così il fascismo dovette fare a meno di uno strumento bellico che all’epoca avrebbe sorpreso tutti. L’esperienza negli Stati Uniti d’America, nel 1918, dove era stato inviato dalla ditta torinese Pomilio, lo entusiasma e gli regala nuovi stimoli per proseguire nel lavoro che lo appassiona. Lavora ancora con l’esercito sui motori dei caccia per poi occuparsi esclusivamente di elicotteri. Ne progetta uno: a Popoli lo costruisce e lo prova. Qualcosa però ancora non va. Nel 1927 su commissione del Ministero dell’Aeronautica Corradino D’Ascanio progetta il suo secondo elicottero, stavolta con motore FIAT. Il progetto viene finalmente approvato nel 1928 e dopo due anni il prototipo, affidato al collaudatore Nello Marinelli, che risulta così essere il primo pilota di elicotteri dell’aviazione italiana, vola. Gli esperimenti però non trovano grossi estimatori e così, per la cecità di qualcuno, il prototipo DAT 3 finisce dimenticato in qualche hangar. D’Ascanio viene assunto dalla Piaggio come specialista di eliche. Progetta un nuovo elicottero, un biposto, il PD 2 (siamo nel 1939), ma la guerra cancella tutti gli studi. Nel dopoguerra D’Ascanio crea, sempre per la Piaggio, la Vespa.
Nel 1948 torna all’elicottero: il PD 3 vola nel 1952 ma intanto D’Ascanio ha ricevuto dal Congresso mondiale di Filadelfia quei riconoscimenti che l’Italia gli ha negato. Negli anni Cinquanta passa alle dipendenze dell’Augusta, prima società privata a fabbricare elicotteri in Italia. Insegna alla normale di Pisa dove si spegne il 6 agosto del 1981. Incredibilmente il nome del geniale e tenace Corradino D’Ascanio resterà legato alla Vespa e non alla sua passione per il volo.