L’Aquila, caropedaggi: sindaci pronti a manifestare di nuovo a Roma

Pronti a manifestare ancora una volta davanti alla sede del ministero delle Infrastrutture il 23 marzo. Non si ferma la mobilitazione dei sindaci dell’Abruzzo e del Lazio ricadenti nei territori attraversati dalle autostrade A24 e A25.

I sindaci sono da due anni in lotta contro il caropedaggi e per una messa in sicurezza antisismica radicale sulle tratte autostradali che attraversano uno dei territorio più sismici d’Italia e fra quelli maggiormente colpiti da devastanti terremoti negli ultimi 10 anni. Tutto fermo: questo denunciano i sindaci dei Comuni.

E così, in aperta polemica prima con l’ex ministro alle Infrastrutture in quota M5s Danilo Toninelli e, ora, con l’attuale ministra piddina Paola De Micheli, i sindaci saranno a Roma a far sentire di nuovo la loro voce dopo aver disertato l’incontro programmato la scorsa settimana, proprio con De Micheli, nell’ambito di una giornata che la ministra ha trascorso a 360 gradi in regione: prima ai Laboratori del Gran Sasso, poi incontrando amministratori locali. Ma i sindaci dei Comuni interessati dalle due tratte autostradali non si sono fatti trovare. Un malcontento che cresce per la mancata convocazione da parte della ministra, attesa da novembre, mentre si avvicina la data della scadenza della proroga della sospensione dell’aumento dei pedaggi, a giugno. In una nota di fuoco i primi cittadini, coordinati dalla sindaca di Carsoli Velia Nazzarro, fanno sapere che attendono risposte anche sul Piano economico finanziario legato alla concessionaria Strada dei Parchi, in attesa di rinnovo dal 2014, ritardi su cui peserebbero, secondo i sindaci, i mancati chiarimenti del Mit alla Commissione europea, che ha chiuso la pratica. “Si tratta di una battaglia senza colori politici – dicono i sindaci – ma di civiltà” e avvisano: “In caso di ennesimo mancato riscontro, preoccupati per gli effetti negativi, soprattutto in materia di sicurezza, che potrebbe avere la chiusura della pratica in sede europea, a causa del mancato riscontro da parte del Mit, torneremo a manifestare.

Perché la soluzione definitiva – concludono i sindaci – passa attraverso l’adozione del Piano economico finanziario inviato in Europa. Piano che prevede messa in sicurezza strutturale antisismica di ponti e viadotti e la stabilizzazione delle tariffe con un investimento di oltre 3 miliardi: due a spese dello Stato, i restanti a carico della concessionaria, come stabilito nella legge di Stabilità del 2012, quando le due autostrade sono state inserite tra le opere strategiche ai fini di protezione civile in occasione di calamità naturale, esigenza nata proprio dopo il sisma del 2009.