Coronavirus, infettivologo di Montesilvano nell’ Ospedale di Pavia

Con il loro grande impegno, professionalità e generosità nel soccorrere, curare migliaia di pazienti infetti dal Covid-19 hanno guadagnato da subito la riconoscenza, la gratitudine degli italiani. Da circa tre anni, presso l’Ospedale di Pavia lavora il dottor Alessandro Di Filippo, giovane infettivologo originario di Montesilvano.

Tantissimi i medici, gli infermieri impegnati da settimane a contrastare gli effetti del coronavirus. Il Paese è profondamente grato, riconoscente, per tutto ciò che stanno realizzando in questo momento così delicato. Con l’arrivo del coronavirus l’opinione pubblica ha preso coscienza delle precarie condizioni di lavoro dei medici ospedalieri. Dal 21 febbraio sono protagonisti di rinunce come la revoca delle ferie o il blocco dei riposi settimanali e la possibilità di lavorare ininterrottamente fino all’arrivo di un collega per il cambio.  E tra i tantissimi medici impegnati da subito a combattere l’infezione da Coronavirus c’è anche un giovane medico originario di Montesilvano, Alessandro Di Filippo, laureato da circa 4 anni all’ Università di medicina di Chieti,  specializzando in infettivologia presso l’Ospedale San Matteo di Pavia.

La sua storia è emersa quasi per caso grazie ad una foto pubblicata sul nostro sito. Il papà Filippo nel vedere la sua immagine ci ha contattato per segnalarci che in quello scatto e’ ritratto tra gli altri un giovane medico irriconoscibile nella particolare protezione anti contagio, il giovane più alto. Il dottor Alessandro Di Filippo, ci ha riferito il papà, da settimane è impegnato insieme ai suo colleghi, con tutte le sue energie, senza badare ad orari e turni di riposo, in prima linea contro la sciagura del Covid 19. Alessandro, ha aggiunto ancora il padre è un giovane abruzzese di Montesilvano che ha scelto di perseguire una una professione difficile e rappresenta motivo di grande orgoglio dei suo genitori, dei fratelli, dei parenti e di tutti coloro che lo conoscono.

E per arginare la carenza di medici è stato disposto che la laurea in Medicina sia definitivamente abilitante alla professione medica. È questa una delle principali novità introdotte dal decreto Cura Italia approvato il 16 marzo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. “Significa liberare immediatamente sul sistema sanitario l’energia di circa 10 mila medici e far fronte alla carenza” di camici bianchi, ha spiegato il ministro dell’Università Gaetano Manfredi. Previsti anche 50 milioni per sostenere gli atenei .

“Fronteggiare l’emergenza Coronavirus – ha detto il ministro Manfredi – significa dare risposte immediate ma con una visione che consenta all’Italia di guardare in prospettiva al medio-lungo periodo. Cogliamo questo momento di difficoltà per adeguarci per sempre e con positività anche alle esigenze di una società che cambia”. Da qui, dunque, la volontà di rendere il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, da questo momento in poi, immediatamente abilitante per l’esercizio della professione di medico-chirurgo.