Donna uccisa nel tunnel a Pescara, decade l’ipotesi di omicidio?

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Forte lo sgomento e la preoccupazione tra i familiari di Anna Carlini, la giovane 33 enne con problemi psichici, violentata e rinvenuta cadavere nell’ agosto di due anni fa nel tunnel della stazione di Pescara.

Secondo quanto diffuso da alcuni organi di stampa, nella richiesta di rinvio a giudizio del pm Rosangela Di Stefano, a carico dei due romeni attualmente latitanti, Nelu Ciuraru e Robert Cioragariu, sarebbe stata omessa l’accusa di omicidio volontario.

“Se così fosse, ha affermato stamani il legale dei familiari, l’avvocato Carlo Corradi, verrebbe vanificato tutto l’impianto accusatorio”. Il legale ha confermato che nelle prossime ore farà tutte le verifiche necessarie.

Anna Carlini, affetta da problemi psichiatrici, sulla base dell’ipotesi accusatoria sarebbe stata condotta in stato confusionale nel tunnel della stazione, dove nel corso della notte i due indagati avrebbero abusato di lei, fino ad ucciderla, per poi abbandonarla al suo destino. Secondo il Pm il comportamento dei due indagati deve essere inquadrato ai sensi dell’ Art. 593 del codice penale in materia di abbandono di persona incapace di provvedere a se stessa. A supporto della ricostruzione dell’accusa, le testimonianze di tre persone che erano presenti nel tunnel, già acquisite in sede di incidente probatorio. Secondo quanto riferito sarebbero stati i due imputati a far assumere sostanze alcoliche alla giovane vittima che combinati con i farmaci precedentemente assunti provocarono la sua morte. Soprattutto per la mancanza di immediati soccorsi. Il caso ha destato grande indignazione nell’opinione pubblica e profondo dolore nei familiari che ancora oggi, tramite la sorella Isabella Martello, tornano a chiedere giustizia per Anna.

Intanto l’avvocato Carradi ha reso nota la risposta ricevuta dal Dipartimento degli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri in relazione all’istanza presentata da Isabella Martello sul decesso di sua sorella Carla.

Nel documento si legge che sono state avviate tutte le verifiche necessarie per assicurare alla giustizia italiana il romeno Nelu Ciuraru e a reperire il suo connazionale Robert Ciorogariu indagato in relazione al procedimento penale 5684/2017. Nell’ istruttoria svolta presso il Ministero di Giustizia è emerso che Nelu Ciuraru, su cui pende un mandato di arresto europeo per il reato di violenza sessuale, è stato tratto in arresto il 2 novembre dello scorso anno durante un controllo della Polizia Romena. Nella stessa data la Corte d’ Appello di Timisoara ha emesso un provvedimento di consegna del Ciuraru alle autorità italiane, ma si legge ancora, la consegna potrà avvenire solo all’esito di due diversi procedimenti penali pendenti  in Romania a carico dello stesso. Lo scorso 15 maggio è stata trasmessa alle autorità romene la richiesta temporanea del Ciuraru  emessa dal Gip del tribunale di Pescara.

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