“Festa della rivoluzione” a Pescara, successo per Mogol

Grande successo per la serata con Mogol e i Medit Voices diretti da Angelo Valori in piazza Muzii a Pescara per la settimana dedicata a D’Annunzio.

Mogol, un mito vivente della musica italiana ha raccontato la sua vita e tanti episodi inediti in piazza Muzii a Pescara in quella zona detta delle Merci, cuore pulsante della movida del fine settimana e non solo. In occasione della Festa della rivoluzione dedicata a d’Annunzio per il centenario dell’impresa di Fiume l’evento “Come la parola diventa musica” ha davvero coinvolto un pubblico di varie generazioni. In prima fila il primo cittadino Carlo Masci e i vertici del Consiglio regionale promotori della kermesse dannunziana, ma soprattutto tantissimi giovani. Tra una domanda e l’altra sulla carriera strepitosa di Mogol, classe 1936, al secolo il milanese Giulio Rapetti, l’esibizione dei Medit Voices, giovani musicisti del conservatorio di Pescara diretti da Angelo Valori. Sono i brillanti diplomati della prima scuola di pop rock in Italia in un incredibile banco di prova. La vocalità e le possibilità strumentali di classici della canzone come quelli di Lucio Battisti vengono amplificate e rielaborate con una sapiente contaminazione che va dal jazz al funky. Canzoni che hanno segnato un’epoca come I giardini di Marzo o Amore di provincia. La raffinata esecuzione ed una solida struttura armonica hanno piacevolmente stupito lo stesso Mogol che ha accompagnato sorridendo e canticchiando ogni brano. Molto apprezzata l’incursione di Serena Brancale, nuova rivelazione del panorama canoro italiano che ha offerto una bella versione di Amarsi un po’. E così vengono proposti i successi senza tempo come Eppur mi sono scordato di te accompagnati dalla piazza. Mogol sin da ragazzo è legato all’Abruzzo dove trascorreva le vacanze, proprio a Silvi Marina che avrebbe ispirato anche la celebre Canzone del sole. La sua raccomandazione ai nuovi artisti è sempre la stessa, studiare moltissimo per raggiungere i propri obiettivi. Verso la fine della serata con un colpo di scena il maestro rivela un legame quasi metafisico con Lucio Battisti anche dopo la sua morte che passa attraverso il testo della canzone Arcobaleno piena di significati simbolici. Commozione e lunghissimi applausi per una serata unica.

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.