ISTAT, positivo il terzo trimestre per il lavoro

Nel terzo trimestre 2019 l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, registra una crescita su base sia congiunturale (+0,4%) sia tendenziale (+0,5%). Contestualmente, l’occupazione rimane pressoché invariata rispetto al trimestre precedente, in un contesto di calo della disoccupazione e dell’inattività.

Queste dinamiche del mercato del lavoro si inseriscono in una fase persistente di debole crescita dei livelli di attività economica, confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale dello 0,1% del Pil.

Il numero di occupati rimane stabile nel terzo trimestre del 2019, mentre aumentano le ore lavorate dello 0,4% su base congiunturale, secondo i dati del rapporto Istat sul mercato del lavoro. Su base annua, invece ci sono 151 mila occupati in più (+0,6%), interamente attribuibili alla crescita dei lavoratori a tempo parziale, mentre le ore lavorata registrano un aumento tendenziale dello 0,5%. L’incidenza del part time involontario e’ stabile al 64% dei lavoratori a tempo parziale. Invece, dopo il rallentamento della crescita negli ultimi tre trimestri, gli occupati a tempo pieno tornano a diminuire. In generale, aumentano su base annua i dipendenti permanenti a fronte del calo di quelli a termine e degli indipendenti.

“Nel confronto annuo, con minore intensità, per il decimo trimestre consecutivo continua la riduzione del numero di disoccupati (-61 mila in un anno, -2,5%) che coinvolge solo gli individui in cerca di prima occupazione a fronte del lieve aumento di quanti avevano precedenti esperienze di lavoro”, si legge nel rapporto dell’Istat. Dopo l’aumento dello scorso trimestre, torna a diminuire il numero di inattivi di 15-64 anni (-199 mila in un anno, -1,5%). Il tasso di disoccupazione (9,8%) e’ in diminuzione sia rispetto al trimestre precedente sia in confronto a un anno prima; tale andamento si associa alla stabilita’ congiunturale e alla diminuzione tendenziale del tasso di inattività delle persone con 15-64 anni. Nei dati di flusso – a distanza di 12 mesi – aumenta la permanenza nell’occupazione, in particolare tra le donne e tra i giovani di 15-34 anni. Tra i dipendenti a termine la maggiore permanenza nell’occupazione e’ dovuta al cospicuo aumento delle transizioni verso il tempo indeterminato (+9,5 punti).

Il servizio del Tg8