L’Aquila, la protesta delle Guardie Mediche

L’Aquila, la protesta delle Guardie Mediche. Decine di Guardie Mediche hanno manifestato ieri a L’Aquila presso la sede del Consiglio Regionale nel corso della seduta dell’Assemblea Regionale. La replica dell’Assessore Regionale alla Sanità, Silvio Paolucci.

Alla base della protesta i tagli dell’ indennità di rischio , 4 euro l’ora, introdotta nel 2006. Il taglio, come è noto è stato disposto in seguito all’approvazione del Decreto n. 4366 della Procura Regionale della corte dei Conti, in cui è stata stabilita l’ illegittimità dell’indennità. Sono oltre mille i medici abruzzesi che potrebbero dover restituire decine di migliaia di euro a testa. L’accusa che viene mossa dalle Guardie Mediche contro la maggioranza alla regione Abruzzo è quella di non voler trovare una soluzione. Numerose le reazioni politiche. In una nota i rappresentanti regionali del M5S intervengono sulla vicenda. Discussione velenosa in consiglio regionale che si conclude con le Guardie Mediche che abbandonano l’Aula, probabilmente delusi dall’inconsistente risposta del Governo regionale sulla questione dell’indennità di rischio revocata e richiesta agli stessi in formula retroattiva. Il Presidente D’Alfonso si affretta a seguirli per provare a parlare ma ne esce una contestazione educata dei medici verso un Presidente in difficoltà che alla fine abbandona la discussione. E’ successo durante l’interrogazione presentata dal consigliere Domenico Pettinari che già aveva sposato la battaglia per la tutela della classe lavorativa nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso 15 settembre .

“La Regione richiede ai medici di guardia l’indennità di rischio concessa nel 2006, dalla vecchia giunta di centro sinistra” spiega Pettinari “oggi a fronte di una semplice richiesta di chiarimenti della Corte dei Conti la Giunta D’Alfonso delibera che l’indennità venga revocata e, cosa gravissima, che abbia una formula retroattiva: ovvero i lavoratori devono restituire una cifra di circa 70 mila euro cadauno alla Regione. Abbiamo chiesto in Consiglio regionale” incalza Pettinari “ che la Giunta revochi questa delibera e, se proprio deve, in attesa di chiarimenti con la Corte dei Conti, sospenda l’indennità di rischio senza però richiedere a centinaia di famiglie di restituire cifre enormi, come del resto hanno già agito in altre regioni italiane. Anche perché” spiega ancora Pettinari “non stiamo parlando di primari o della fascia più ricca della classe medica, ma di tutti quei medici di Guardia che prendono normalissimi stipendi per svolgere un lavoro di enorme utilità nella sanità abruzzese, a cui è stata riconosciuta un’indennità di rischio a fronte delle mancate norme di sicurezza sui luoghi di lavoro che presidiano anche in ore notturne. Ma la Giunta non ha avuto il coraggio di prendere questo impegno”.

Questa, infine, la replica dell’assessore Regionale alla sanità, Silvio Paolucci.

“Abbiamo chiarito con due pareri dell’Avvocatura regionale – il primo del 4 agosto scorso e il secondo emesso oggi, 31 ottobre – che l’azione di recupero delle indennità corrisposte in passato ai medici di guardia è un atto dovuto e non una scelta della Giunta regionale, che ha dovuto recepirlo con delibera n. 398 del 18 luglio. A nulla vale la risoluzione n. 37 approvata in Consiglio sull’argomento – che prevede la sospensione della restituzione – poiché essa è superata dal secondo parere dei legali della Regione. L’amministrazione regionale ha proposto due soluzioni, mentre prosegue il lavoro sull’accordo con i sindacati di categoria: attivare una contrattazione decentrata nelle Asl che permetta ai medici di recuperare le stesse somme per il futuro, e per il pregresso chiedere al Parlamento una normativa nazionale che consenta di tornare allo status quo”.