L’Aquila, case popolari di San Gregorio nell’abbandono

La denuncia dei residenti del quartiere popolare di San Gregorio per la mancata ricostruzione.

Un quartiere abbandonato, pieno di rifiuti ingombranti, incolto, malsano, in cui è difficile vivere per le 60 famiglie che da sette anni aspettano una ricostruzione che non arriva.

Vivono in appartamenti che tecnicamente si definiscono “‘A’ con lavori”, a tutt’oggi privi dei certificati di agibilità, con crepe all’interno e mille problemi quotidiani.

“Estate e inverno le fogne non funzionano, viviamo in una situazione di instabilità. Che messaggio diamo ai nostri figli, ai nostri giovani”, dicono i residenti.

Oltre agli appartamenti inagibili ma tuttavia abitati, c’è un complesso gravemente danneggiato divenuto nel tempo ricettacolo di rifiuti. “Questo quartiere è peggio di Scampia – denuncia Franco Marulli, residente delle case popolari e rappresentante dell’Assocasa Ugl – devono essere ricostruite anche le case comunali di via Giovanni Di Vincenzo, di via Milonia e via Amiternum”.

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La prossima settimana i tecnici del settore della ricostruzione pubblica del Comune dovrebbero fare un sopralluogo nel quartiere della case popolari di San Gregorio. Esiste un progetto comunale di totale restyling dell’area che dovrebbe finalmente integrare il quartiere popolare con il resto dell’abitato. Ma tutto resta in stand by, come spiega l’assessore alle Opere pubbliche, Maurizio Capri: con una delibera Cipe, infatti, il governo ha stanziato, ma non erogato e quindi non sono disponibili, circa 13 milioni di euro per San Gregorio. Nelle stesse condizioni si trovano anche gli inquilini dei 600 appartamenti delle case Ater, che per la mancata ricostruzione hanno organizzato un sit-in di protesta per il 6 luglio. A tal proposito è intervenuto il direttore generale dell’Ater Venanzio Gizzi:

“Non esistono più margini di tempo per attendere ulteriormente poiché non è possibile non riscontrare le esigenze di particolari categorie sociali che hanno diritto a rientrare nei propri alloggi, regolati da norme stabilite dalla legislazione sull’edilizia residenziale pubblica”.

Gizzi fornisce anche i dati relativi alla ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica: “Ater ha proceduto dal gennaio 2010 all’inizio del 2015 a eseguire 103 appalti per un totale di quasi 25 milioni di euro, facendo rientrare nei propri alloggi tutti gli assegnatari originari. Quanto sopra può essere ripetuto per gli alloggi classificati con esito E”, prosegue Gizzi. Per quanto concerne l’ultimo stanziamento (27,2 milioni di cui solo 5,5 attributi) il dg ha spiegato che Ater ha già ultimato la fase di appalto relativa agli edifici 72-73 e 530 (Via S.Sisto 19 e 21 e Via F.P. Tosti, 45) ultimando gli impegni assegnati. Il direttore generale dell’Ater ha anche illustrato le necessità finanziarie residue per il 2016: 14,5 milioni di euro che vanno uniti ai 34,5 da destinare al provveditorato alle Opere pubbliche.

Un totale che ammonta a poco più di 49 milioni di euro senza i quali sarà impossibile ricostruire gli alloggi popolari nella loro interezza.

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