Abruzzesi in Belgio: “Bruxelles blindata, siamo sotto assedio”

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Terrorismo: Bruxelles blindata e sotto assedio. Panico e strade deserte, nel racconto dei tanti Abruzzesi, oltre 40.000, che da anni vivono e lavorano in Belgio.

Sono oltre 40.000 gli Abruzzesi che vivono e lavorano in Belgio. Hanno lasciato anni fa la propria terra per andare a cercare fortuna, soprattutto un lavoro, in quel Paese. A Bruxelles l’allerta terrorismo resta al massimo livello, la polizia belga lancia la sua offensiva per stringere il cerchio attorno a Salah Abdeslam, che però riesce a fuggire. Dopo una retata in sette quartieri della città, le forze dell’ordine hanno tratto in arresto 16 persone, tutte in qualche modo collegate all’inchiesta sui fatti di Parigi.

I nostri corregionali si sono perfettamente integrati con i Belgi, e vivono queste ore, con apprensione e paura, in una città e in un Paese blindati, con il livello di massima allerta. Anche oggi restano chiusi uffici pubblici, scuole, negozi e metropolitana. Misure rafforzate nelle sedi delle Istituzione europee.

I nostri corregionali sono sparsi per il Belgio, tra Liegi, La Louviere e Charleroi, in quest’ultimo centro, a 40 km da Bruxelles, la maggior parte dei residenti sono Italiani e molti di essi Abruzzesi. I loro padri, i loro nonni, arrivarono in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone lì intorno, 60 Abruzzesi rimasero coinvolti nella tristemente nota tragedia dell’esplosione del Bois Du Cazier. Levino Di Placido, ambasciatore degli Abruzzesi nel mondo in Belgio, ripartirà domani per Bruxelles, dove vive e lavora. Ci racconta di come le decine di migliaia di Abruzzesi in Belgio stiano vivendo questi giorni di paura, in una città e in un territorio, nei quali, dopo una certa ora, scatta addirittura una sorta di coprifuoco.

“Qui c’è solo vento di panico. In teoria l’ Intelligence belga sa tutto. A Charleroi nel giro di pochi chilometri ci sono quattro moschee e molti frequentatori sono disoccupati e pagati dallo Stato, con la maggior parte di loro andiamo d’accordo e non ci sono problemi.” Levino Di Placido prosegue: “Il Premier ha detto che la situazione nel Pease è seria. C’è vento di panico, ma si deve cercare in tutti i modi di evitarlo. Perché i terroristi vogliono proprio questo. Gli Abruzzesi ormai si sono perfettamente integrati con i Belgi e vivono queste ore con apprensione. Se abbiamo nostalgia dell’Italia? Ormai lavoriamo e viviamo qui. Certo il legame con al nostra terra, l’Abruzzo, è forte, anche se a volte ci sentiamo Abruzzesi di serie b, perché siamo un po’ trascurati dalle autorità locali. Ora, in Belgio, sono soprattutto i giovani ad arrivare dall’Italia, per cercare opportunità che, evidentemente in Italia non trovano. Abbiamo paura, certo, ma non vogliamo che il panico si diffonda, è questo – conclude – che vuole chi sta seminando il terrore.”

Da registrare anche una dichiarazione sul proprio profilo Facebook del Presidente D’Alfonso:

Sono vicino agli abruzzesi residenti in Belgio, e in particolare a coloro che vivono a Bruxelles, che in questi giorni stanno sopportando i rigori dei controlli anti-terrorismo. Sono certo che grazie alla loro proverbiale tenacia sapranno attendere serenamente la fine di questo stato di cose.  Chiedo a Levino Di Placido, ambasciatore degli abruzzesi nel mondo per il Belgio, di farsi latore della mia prossimità morale e affettiva a tutti i nostri corregionali in terra belga e lo ringrazio per il lavoro di rappresentanza che svolge in maniera diuturna e proficua.