Sisma, tasse da restituire: il grande corteo a L’Aquila

La proroga del termine entro cui a L’Aquila le tasse del periodo del sisma vanno versate in un’unica soluzione non ferma la mobilitazione. Oggi in migliaia al grande corteo per le vie della città.

Migliaia di cittadini, imprenditori, commercianti e studenti, con politici e amministratori  in corteo all’Aquila nella manifestazione organizzata da Comune dell’Aquila e Regione Abruzzo per dire no alla restituzione delle tasse, sospese a imprese e professionisti nel cratere del sisma del 2009, richiesta dalla Commissione Europea che considera le somme aiuti di Stato. Chiuse le saracinesche dei negozi, a sfilare anche parlamentari, il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. Aprono il corteo i gonfaloni di Comune e Provincia, con due moto della Polizia Municipale. Accanto al sindaco Pierluigi Biondi, tra gli a il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, i senatori Gaetano Quagliariello, leader di Idea, e Nazario Pagano coordinatore regionale di Forza Italia e neo parlamentare, eletto lo scorso 4 marzo. La comunità ha confermato la mobilitazione nonostante la proroga di 120 giorni dell’efficacia delle cartelle esattoriali stabilita con un provvedimento dal Governo uscente. Confermata anche l’opposizione al Tar contro la nomina del commissario incaricato del recupero delle somme nominato dalla Presidenza del Consiglio che si discuterà il prossimo 18 aprile.

Uno striscione recita “No al terremoto fiscale” e su un camion campeggia un cartello con la scritta: “È incomprensibile. Reduci dal terremoto, vittime dello Stato”.

Il vicepresidente della Regione Lolli ha evidenziato “Siamo persone serie. Questa è una manifestazione per la legalità, non chiediamo condoni. Questo è il posto d’Italia dove si pagano le tasse più alte, le tasse più la rata di restituzione. Lo Stato rispetti le sue leggi. C’è una legge che dice come restituire le tasse, se i governi che si sono succeduti hanno dimenticato di fare la notifica la colpa non è nostra. Al governo Letta, al governo Renzi, al governo Gentiloni, mettendoci a disposizione in un tavolo che ha funzionato e ha spiegato quali argomenti usare, abbiamo chiesto fondamentalmente di trattare con l’Europa da forza politica, cioè quello che era stato fatto con le quote latte, quello che questo governo sta facendo con l’Ilva. Invece la nostra vicenda è stata lasciata trattare da funzionari, magari gli stessi che avevano dimenticato di fare la notifica, e abbiamo visto com’è andata a finire: c’è stata la procedura di infrazione, il governo ha resistito un anno poi ha mollato, ha fatto il provvedimento di nomina di un Commissario che dovrà recuperare in 60 giorni, all’inizio, con gli interessi, in una sola rata, tutte le tasse non versate. Molte delle aziende coinvolte non sono in grado di pagare e chiuderanno, altre più solide avranno un buco e non potendole noi ripianare dovranno portare i libri in tribunale, con centinaia di posti di lavoro si perderanno”.

La presiedente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni durante il corteo di protesta ha detto ” Non voglio parlare di governo, ma dell’Aquila e di una Europa incapace di distinguere aiuti di stato da quello che lo stato deve legittimamente ad una popolazione colpita da un dramma”.

Il sindaco Biondi ha evidenziato che “È una manifestazione partecipata. C’è quella rabbia positiva che ha consentito anche in passato di rivendicare diritti negati. Bisogna combattere perché la proroga di quattro mesi non risolve il problema. Lotteremo fino alla fine con mezzi civici, politici e giuridici”.

Il presidente dell’Ance L’Aquila, Ettore Barattelli , ha detto “Vogliamo rispondere così a questa iniquità a Roma andremo se non ci saranno risultati da questa nostra azione”.

Come noto, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha firmato un decreto che autorizza la proroga di 120 giorni per l’esecuzione di tutta la procedura prevista in capo alla commissaria straordinaria Calabrò per il recupero delle imposte del 2010, sospese all’indomani del sisma del 2009.

Il decreto arriva all’indomani dell’invio di una lettera accorata firmata dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli e dal coordinatore dei sindaci Francesco Di Paolo al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Resta l’infrazione europea, che ha valutato le azioni in sostegno al tessuto imprenditoriale aquilano come “aiuto di Stato”.

Al di là del decreto – che consente alle imprese e alla commissaria Calabrò di avere più tempo per fare gli approfondimenti sul recupero delle imposte e al Parlamento e al nuovo Governo per poter elaborare soluzioni da negoziare con l’Europa per cercare di ridurre al minimo il danno di questa infrazione europea – resta lo scontro tra Italia ed Europa.

Tutta la politica e le istituzioni locali si dicono soddisfatti per l’arrivo del decreto. Si tira fuori il Movimento 5 stelle che parla della “solita ipocrisia.” Alla manifestazione aderiscono le organizzazioni di categoria, sindacali, il mondo politico e imprenditoriale di tutto l’Abruzzo. Il corteo di protesta partirà alle 10.00 all’Aquila e attraverserà le vie del Capoluogo.

La senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane afferma che “Dopo mesi di trattative portate avanti cercando di far capire le ragioni di un territorio che ha rischiato di morire, ora è la volta della voce di popolo, con la manifestazione di oggi diciamo no ad una palese ingiustizia, ad una burocrazia e una politica che non vogliono fare fino in fondo i conti con quello che accadde qui a L’Aquila e nei territori colpiti quel maledetto 6 aprile 2009. Errori, distrazioni, falsa coscienza hanno prodotto una richiesta assurda ed inaccettabile. L’Europa è stata importante dopo il terremoto, ma ora è distante e contraddittoria, ci ha dato i fondi per l’emergenza e ora vuole riprendersi le tasse sospese con legge di stato che servivano a non far morire le imprese. Scrivono a vanvera di aiuti di Stato, ma cosa dicono quei burocrati, noi stavamo morendo, e quello che abbiamo avuto ce lo siamo conquistati con le unghie e con i denti. La proroga di 120 giorni decisa giovedì dal governo, è importante ma non basta, bisogna risolvere definitivamente e mentre attendiamo il Tar, riprendiamo la nostra unica voce. Quando nel 2009 e 2010 volevano farci restituire tutto e subito, manifestammo sull’autostrada, fui denunciata ed indagata. Lo rifarei 1000 volte. Diamoci una mossa, tutti insieme”.

 

In aggiornamento