Minniti a Pescara: terrorismo, sindaci prime sentinelle

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Pescara: città blindata, questa mattina, per la visita del ministro dell’Interno Minniti che, in Prefettura, ha illustrato ai sindaci il nuovo Decreto Sicurezza.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti a Pescara, in Provincia, ha incontrato i sindaci abruzzesi per illustrare il Decreto Sicurezza, soprattutto puntualizzare come i primi cittadini siano il primo baluardo del territorio. Minniti ha parlato di democrazia e libertà ma anche di come democrazia è libertà. Si è soffermato poi, sulla risposta alla minaccia del terrorismo che “deve essere all’altezza di prevedere ciò che è imprevedibile.” Per questo occorre attuare il controllo del territorio anche grazie ai sindaci. Così ancora Minniti: “Comprendiamo – ha detto il ministro – che abbiamo una minaccia mortale come quella del terrorismo e che tuttavia ha via via sviluppato metodiche di attacco che prevedono una capacità di previsione che è molto vicina allo zero. Ma una democrazia impaurita è una democrazia più debole e più esposta. Oggi guardiamo con favore a quanto è avvenuto in Francia: una democrazia che ha saputo rispondere con le armi della democrazia alla sfida della paura del terrorismo, con quella straordinaria partecipazione al voto, con quasi l’80% di cittadini che sono andati a votare dimostrando che le democrazie sfidate sul terreno delle libertà sanno rispondere con l’assunzione di responsabilità”.

“Il decreto sulla sicurezza urbana – ha aggiunto il ministro – non è una misura di emergenza. È esattamente l’opposto. Come quella sull’immigrazione. Penso che sulla sicurezza e sull’immigrazione le cose che non funzionano siano quelle decise sul terreno dell’emergenza”. Minniti ha sottolineato che “per garantire un livello più elevato di sicurezza occorre pensare ad un’alleanza strategica tra Stato nazionale e poteri locali”. Il problema, ha proseguito “non è quello di aumentare le pena ma l’effettività della pena”. E in merito alla discussione su poteri troppo forti stabiliti nelle norme si è chiesto: “Chi imbratta un muro può essere richiamato dal questore, su indicazione del sindaco, per rimetterlo a posto. Cosa c’è di illiberale? L’emergenza – ha proseguito il ministro dell’Interno – dà cattivi consigli, ti porta sempre a misurarti con una cosa che esplode, e tu cerchi di tamponare. Su questi temi noi invece abbiamo bisogno di una visione, di un progetto”. Da qui “l’idea di un rapporto strategico con il territorio, con la Regione, con la Provincia, con i sindaci”, ha spiegato Minniti sottolineando che “questa alleanza ha una ragione di fondo e sta nel fatto che dobbiamo rimettere in moto una revisione del modello di sicurezza del nostro Paese. Un modello che naturalmente ha funzionato negli anni e che tuttavia e va ulteriormente migliorato”. “Se voglio pensare al controllo del territorio non c’è e non ci può essere la stessa politica di sicurezza da Agrigento sino a Bolzano passando per Pescara”, ha detto. E infine: “Non è un caso che nel decreto la sicurezza venga definita ‘bene comune’, cioè patrimonio di tutti. Sicurezza è libertà”.

Con il ministro Minniti, il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini. Minniti ha ricevuto alcuni omaggi della terra d’Abruzzo e immancabili le foto con i sindaci in fascia tricolore.