Omicidio Neri: sotto la pioggia in tanti, palloncini biancazzurri e magliette per addio ad Ale (Video)

funerali12

Omicidio Neri: in tanti sotto la pioggia, la comunità venezuelana in forze, palloncini bianchi e azzurri, magliette a lui dedicate dagli amici e chiesa stracolma a Villa Raspa di Spoltore, oggi pomeriggio, per l’ultimo saluto ad Alessandro. La mamma tra le lacrime: “Aiutatemi a trovare il colpevole.”

In tanti, tantissimi, sopratutto la comunità venezuelana, sotto la pioggia, a Villa Raspa di Spoltore, per l’ultimo saluto ad Alessandro Neri, il 29 enne di Spoltore ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto l’8 marzo a Fosso Vallelunga, alla periferia di Pescara. La chiesa di San Camillo de Lellis non è riuscita a contenere tutti coloro che hanno voluto dire addio ad Ale. Non ha fatto mancare il proprio affetto la nutrita comunità venezuelana a Pescara e in Abruzzo, visto che Alessandro è membro di una delle famiglie più conosciute nel Paese latino. Commozione e sgomento, tra amici e parenti ed anche i tifosi della curva Nord, che hanno voluto palloncini biancazzurri proprio per la fede calcistica di Alessandro che seguiva con passione il Pescara. E poi il dolore dei familiari più stretti di Alessandro che continuano a chiedersi il perché di quell’omicidio così efferato. Sembra, poi, si sia notata l’assenza del cugino che non sarebbe mai partito dagli Stati Uniti, notizia comunque da confermare.

Con un toccante brano del coro “The Precious Gospel Singers” di Pescara e’ iniziata la Messa per Alessandro Neri. Il coro prende parte alla cerimonia per volonta’ dei genitori di Alessandro. Alla chiesa di San Camillo De Lellis, a Villa Raspa di Spoltore, centinaia di persone, che si sono strette al dolore dei familiari. Gli amici indossano una t-shirt con la foto di Alessandro con la scritta: “Un secondo per ricordarti una vita per dimenticarti”. Presente anche la comunita’ venezuelana con la bandiera tricolore blu, giallo e rosso. Tante le persone che hanno abbracciato la madre di Alessandro, Laura Lamaletto, il padre, Paolo Neri, la sorella e i due fratelli. Non si tratta di veri e propri funerali: non e’ presente il feretro del giovane.

Particolarmente toccante il discorso della madre di Alessandro

“E’ ufficiale, Ale e’ un angelo. I suoi amici hanno addosso una maglia in cui c’e’ scritto che ‘ci vuole un secondo per ricordarti e una vita per dimenticarti’. Non ti dimenticheremo mai. Ale non e’ morto invano. Vi prego, vi scongiuro non frequentate ambienti che non dovete. Se lui e’ ora in cielo vi proteggera’. Andate sulla retta via. Dovete convertirvi, avete famiglia, figli”. Sono le parole pronunciate da Laura Lamaletto, mamma di Alessandro Neri e rivolte agli amici del figlio. La madre, commossa e con voce tremante, ha preso la parola al termine della Messa per Alessandro. La donna, rivolgendosi alle tantissime persone presenti, ha esordito dicendo ‘Oddio quanti siete’. Ve lo chiedo in ginocchio: aiutatemi a trovare il colpevole. Vi prego, – dice accorata mamma Laura, a fatica e tra le lacrime – per favore, non fate che mio figlio sia morto invano. Vi chiedo di aiutarmi a trovare chi ha fatto questo a mio figlio. Non ho sete di vendetta, nessuno della nostra famiglia ce l’ha. Vogliamo solo sapere la verita’ – ha detto visibilmente commossa – e’ giusto che si sappia perche’ ce l’hanno tolto in un modo molto cruento. Ale riposa in pace, ma ha bisogno della verita’ anche lui. Non facciamo cadere il buio e le tenebre intorno ad Ale, la verita’ deve venire fuori. Non piangete la morte di Ale, dovete ridere, come a lui farebbe piacere; non fate che mio figlio muoia una seconda volta”.

Anche all’esterno della chiesa la donna ha chiesto aiuto per trovare i responsabili della morte di Alessandro.

L’omelia di don Cristiano: “E’ giusto sapere la verità. Alessandro ha pagato per la sua bontà”

“Esternamente possiamo chiedere di fare chiarezza alle forze dell’ordine e alle autorita’ competenti, come fanno i parenti. E’ giusto sapere la verita’, ma questo sarebbe troppo poco. Non toglie il buio. E’ qualcosa di fuori e le cose di fuori sono sempre molto superficiali. Noi possiamo non scappare da questo vuoto, possiamo abitarlo”. Sono le parole di Don Cristiano Marcucci pronunciate nell’omelia durante la Messa per Alessandro. Quando non scappo dal baratro e dal buio – ha detto nell’omelia – mi accorgo che quel buio e quel baratro non mi risucchiano, non mi ammazzano. Un vuoto abitato, con tutto il suo dramma, con la forza interiore che ognuno ha, comincia a diventare un pieno. Insieme vogliamo affidare a Dio Alessandro. Lo portiamo nel cuore, con la sua magica bonta’, chi lo ha conosciuto lo sa, la bonta’ era la su forza e la sua piu’ grande debolezza, ecco perche’ ha pagato il prezzo piu’ alto”, ha proseguito do Cristiano. La cosa piu’ innaturale che possa accadere su questa terra – ha sottolineato don Cristiano – e’ un genitore che perde un figlio. Quando la persona cara che si perde e’ un figlio, per di piu’ perso in una situazione brutta, questo vuoto credo si possa chiamare col suo nome: baratro. Mi ha colpito in questi giorni che tutta la nostra citta’ di Pescara e non solo ci siano stati in qualche modo dentro. Dentro questo vuoto. Le persone che amiamo sono con noi sempre, oltre la dimensione dello spazio e del tempo. In questa settimana sono sempre andato a casa di Laura e Paolo Neri – ha aggiunto – e ho sempre trovato tanta gente. Si sentiva l’aria di una famiglia accogliente, piena, con mille difficolta’ e fragilita’ come tutte le famiglie. Vi ringrazio pubblicamente perche’ la dignita’ con cui affrontate questo dramma per me e’ stata molto edificante”.

Leggi anche: intanto proseguono le indagini per scoprire chi e perché è stato ucciso Alessandro Neri

Il servizio del Tg8