Lascia L’Aquila dopo sisma e un altro le uccide la figlia

A post office is engulfed by rubbles in Arcuata del Tronto, central Italy, where a 6.1 earthquake struck just after 3:30 a.m., Wednesday, Aug. 24, 2016. The quake was felt across a broad section of central Italy, including the capital Rome where people in homes in the historic center felt a long swaying followed by aftershocks. (ANSA/AP Photo/Sandro Perozzi) [CopyrightNotice: ap]

E’ davvero crudele il destino che sembra perseguitare una giovane abruzzese scampata al terremoto del 2009: lascia L’Aquila dopo il sisma e un altro terremoto le uccide la figlia, ad Arquata del Tronto.

E allora è tutto inutile. Che senso ha darti tanto da fare per reagire, per combattere e infine uscire dal ricordo di un terremoto devastante come quello del 2009 per poi ritrovarsi, sette anni dopo, ancora con il mostro in casa, anche se la casa l’hai cambiata. Un mostro che oggi è ancora più cattivo perché ti lascia sopravvivere alla morte di ciò che hai di più caro: una figlia. La storia drammatica è quella di Martina Turco, una giovane di origine abruzzese che, scampata al terremoto di L’Aquila del 2009, aveva deciso di lasciare la città e trasferirsi ad Ascoli, città del suo compagno. Martina, il suo compagno Massimiliano e la loro bimba di 18 mesi stavano trascorrendo qualche giorno nella casa delle vacanze, ad Arquata del Tronto. La scossa terribile ha sgretolato la casa, Martina e Massimiliano si sono salvati, mentre la piccola Marisol è morta sotto le macerie. La giovane madre è ricoverata nell’ospedale Torrette di Ancona, dove è stata sottoposta a esami diagnostici approfonditi per valutare le conseguenze della lunga permanenza sotto le macerie. Il compagno è ricoverato all’ospedale Mazzoni di Ascoli per le ferite riportate, ma non è in pericolo di vita.