Honeywell lascia: rabbia ma non rassegnazione

All’indomani della ufficializzazione della Honeywell di voler chiudere lo stabilimento di Atessa, i 420 lavoratori assieme a sindacati e Regione si dicono arrabbiati ma non rassegnati. Prossimo incontro al Mise il 21 novembre.

Rabbia ma non rassegnazione dopo l’assemblea di ieri ad Atessa, dei 420 lavoratori per i quali la mobilità scatterà la prossima primavera alla fine dei contratti di solidarietà. Non si arrendono i dipendenti della Honeywell di Atessa, alla conferma delle non ottimistiche previsioni sull’esito dell’incontro tra il ministro Antonio Calenda e i vertici della multinazionale. E’ stata infatti ieri ufficializzata la decisione da parte della Honeywell di lasciare la Val di Sangro. I sindacati hanno comunicato la fumata nera ai lavoratori, in sciopero da settimane, attraverso un SMS. I lavoratori hanno sospeso lo sciopero e insieme a sindacati e Regione ora attendono l’ultima spiaggia: l’incontro al Mise, il Ministero per lo Sviluppo Economico il prossimo 21 novembre .

Interviene, intanto, il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, che ha seguito tutta l’odissea dei dipendenti e dell’indotto, altri 400 lavoratori:

“Nel nuovo incontro al Mise – ha detto Lolli – dobbiamo cercare di portare al tavolo intanto Honneywell affinché faccia allungare il tempo si transizione per mettere a disposizione risorse e progetti, noi metteremo insieme al Governo alternative per le quali quel finanziamento importante concesso dal ministero alla Honeywell possa rimanere a diposizione. Non ci possiamo e dobbiamo fermare”.

Francesca Re David, segretaria generale Fiom, afferma “E’ inaccettabile l’annuncio della chiusura dello stabilimento Honeywell di Atessa, dopo due mesi di sciopero con presidio dei lavoratori (420, ndr) per difendere la produzione, durante i quali l’azienda si e’ sempre rifiutata di incontrare le organizzazioni sindacali. Occorre tornare indietro sull’annuncio di cessazione per garantire il mantenimento dell’attivita’ produttiva dello stabilimento e al contempo il reddito dei lavoratori. Abbiamo chiesto unitariamente al governo l’apertura immediata di un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte”.

Le segreterie provinciali e regionali della Fiom e della Cgil esprimono tutto il loro disappunto per la decisione assunta dalla Honeywell, determinazione che prevede la chiusura dello stabilimento di Atessa. Dopo sessanta giorni di sciopero con presidio, dopo cosi’ tanto tempo trascorso ad attendere un piano di rilancio del sito produttivo di Atessa.

I sindacati scrivono in una nota che “i progetti della Honeywell non cambiano e si decide di colpire al cuore un intero territorio che da sempre considera la Honeywell il fiore all’occhiello dell’industria locale. La Fiom e la Cgil considerano detta decisione uno schiaffo alle lavoratrici ed ai lavoratori che, in oltre vent’anni, hanno dato alla fabbrica del turbo la possibilita’ di contraddistinguersi per i suoi eccellenti risultati, successi che l’hanno collocata tra i migliori siti produttivi al mondo. Inaccettabile e’ questa decisione scellerata, sia nel merito sia per i modi con i quali e’ maturata: non si chiude un sito cosi’ importante gettando nel mondo della disoccupazione quasi cinquecento persone; non si nasconde una decisione assunta da cosi’ tanto tempo prendendo in giro persone, sindacati ed istituzioni. La Cgil e la Fiom continueranno a lottare nei giorni che verranno per evitare questa sciagurata conclusione dell’esperienza Honeywell in Italia. Al Ministro Calenda sara’ chiesto di tornare ad intervenire sulla vicenda e di predisporre una vera discussione tra le parti che fino ad oggi e’ stata ridotta a semplici comunicazioni, concludono i sindacati”.