Fiume Pescara: Guardia Costiera sequestra altro impianto

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Inquinamento del fiume Pescara: la Guardia Costiera sequestra un altro impianto e individua due nuovi scarichi fognari.

Continua a dare importanti risultati la campagna di tutela ambientale che sta fortemente impegnando, ormai dalla scorsa stagione estiva, gli uomini della Capitaneria di porto-Guardia Costiera di Pescara sugli alvei dei fiumi della provincia di Pescara, per accertare quali siano le principali fonti d’inquinamento del porto e del mare.
Dopo il sequestro di due frantoi oleari a Chieti scalo, dei depuratori di Manoppello, Lettomanoppello – Santa Liberata e di Rosciano – Villa Badessa, della discarica di Villa Carmine di Montesilvano, della fossa settica della frazione Palozzo di Cepagatti e l’individuazione uno scarico diretto fognario, di grossa portata, in località Villa Raspa di Spoltore, in data odierna è stata sottoposta a sequestro un’altra fossa settica/Imhoff in località Villamare del Comune di Cepagatti dalla quale, attraverso una condotta non autorizzata, i reflui fognari non adeguatamente depurati si sversavano nelle acque del Torrente Nora, affluente della sinistra idraulica del Fiume Pescara, determinando un grave inquinamento microbiologico delle acque. Secondo la successiva precisazione dell’Azienda Comprensoriale Acquedottistica (Aca) la fossa era stata dismessa al momento dell’attivazione degli impianti di sollevamento del Dk15 sulla rete fognaria di Vallemare-Palazzolo di Cepagatti, il 5 maggio scorso. L’Aca aggiunge che “i reflui da tale data vengono convogliati correttamente al depuratore di Cepagatti”.

Questo il contenuto del comunicato della Guardia Costiera, che ha provveduto al sequestro della fossa:

“Elevatissima è risultata la carica batteriologica dei reflui campionati (il valore dell’Escherichia Coli accertato è risultato essere pari a 4.400.000 UFC/100 ml. a fronte di un limite legislativo pari a 5.000 UFC/100 ml.), provenienti dall’impianto che non veniva svuotato sin dal mese di maggio 2014. Iscritti nel registro degli indagati i responsabili tecnici dell’ente gestore dell’impianto, per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, getto pericoloso di cose ed inquinamento ambientale. Negli ultimi giorni gli uomini della Capitaneria di porto – Guardia costiera hanno pure individuato, in località Santa Teresa del Comune di Spoltore, due diverse condotte di acque nere che, per mancanza di un breve tratto di collegamento con la linea fognaria principale di adduzione al depuratore di Pescara, scaricavano i propri reflui nel Fiume Pescara. In particolare, sia nel primo caso, accertato all’incrocio tra la via Mare Adriatico e Via Tordino, che nel secondo, riscontrato nei pressi di uno stabilimento industriale, i reflui non depurati si sversavano in fossi di acque meteoriche provenienti dalle limitrofe aree collinari, confluendo successivamente nel Fiume Pescara. In entrambi i casi, quanto scoperto ha determinato l’attivazione del soggetto gestore delle linee fognarie che ha già provveduto, attraverso i dovuti lavori, a realizzare quanto necessario affinché le acque nere fossero immediatamente convogliate sulle linee di adduzione al depuratore di Pescara.
La scorsa settimana inoltre, nella Zona industriale di Pescara, dove sono stati già accertati notevoli superamenti dei previsti parametri microbiologici, è stata condotta, in collaborazione con la Polizia Provinciale, una vasta operazione di polizia ambientale in occasione della quale, attraverso l’impiego di venti militari, è stata sottoposta a controllo la gestione dei rifiuti/scarichi da parte di venti attività commerciali/industriali, riscontrando l’anomala presenza di numerosi insediamenti non ancora collegati alla condotte fognarie della zona, che accumulano le acque nere in fosse settiche/Imhoff, quasi sempre non svuotate da lungo tempo. L’attività della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara continuerà nei prossimi giorni nell’intento di migliorare ancor più le precarie condizioni delle acque dei fiumi sfocianti in mare, fermo restando che l’attività di polizia ambientale sin qui condotta si è dimostrata idonea anche a richiamare l’attenzione di tutti sulle problematiche legate all’inquinamento ambientale dei corsi d’acqua, provocando spesso un impulso di autoverifica dei propri sistemi di depurazione da parte dei numerosi soggetti interessati, primi fra tutti quelli deputati a gestire le linee fognarie.”