Da oggi al 26 settembre fermo biologico in Abruzzo

peschereccio

Scatta da oggi, 16 agosto, il fermo biologico in Abruzzo, stop alla pesca fino al 26 settembre. Occhio, dunque, al pesce fresco.

Stop alla pesca a strascico da oggi e fino al 26 settembre, lungo tutta la costa abruzzese e sul tratto dell’Adriatico che va da Pesaro fino a Bari. Il fermo durerà 42 giorni: secondo quanto disposto dal decreto ministeriale, l’interruzione riguarda le imbarcazioni che utilizzano il sistema a strascico, mentre sono escluse la piccola pesca e le lampare. Tutto questo va ad aggiungersi alla chiusura fino al 16 ottobre, della cosiddetta Fossa Di Pomo che tante polemiche aveva suscitato tra i pescatori perché ritenuto uno dei tratti di mare più pescosi e che è situata proprio a largo della costa pescarese. La chiusura, per far sì che la zona in questione si ripopoli di merluzzi, naselli e scampi, non è considerata idonea da gran parte della marineria, in quanto non pescando lì, si rischia comunque di depauperare fauna ittica in altre parti del mare. Inoltre, diverse marinerie, proprio a causa della chiusura della Fossa di Pomo, sono costrette a pescare in un fazzoletto ristretto di acque. A Pescara, poi, in particolare, le acque restano agitate anche per il problema dei fondali bassi del porto che si ripetono.

Ma quali i consigli per i consumatori affinché non si imbattano in prodotti non freschi? Acquistare il pesce direttamente dal produttore o dal pescatore; nei supermercati verificare l’etichetta di provenienza; verificare che il prodotto abbia una consistenza soda ed elastica, con branchie di colore rosso o rosato e umide e che gli occhi non siano secchi e opachi con odore sgradevole; meglio non scegliere i pesci già tagliati di testa e pinne.

Mimmo Grosso, dell’Associazione Armatori, torna intanto a denunciare le condizioni che definisce “pietose” del porto di Pescara a causa dell’insabbiamento dei fondali. “Non sappiamo cosa potrebbe accedere in autunno, quando torneremo in mare col brutto tempo e con i detriti che il fiume porta con sé. Già le carene delle nostra barche sono danneggiate. Ci auguriamo che i marittimi vengano consultati prima di ‘bucare’ la diga foranea. Faremo comunque un’assemblea – conclude Grosso – prima che inizino i lavori e per decidere il da farsi”.