C’è anche un po’ d’Abruzzo nel Premio Nobel per la Pace

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C’è anche un po’ d’Abruzzo nel Premio Nobel per la Pace assegnato all’Ican, International Campaign to Abolish Nuclear Weapons.

L’Ican è stata fondata dall’Ippnw, Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, nel 2007, e sul sito della Sezione Italiana www.ippnw-italy.org/?p=1244 c’è l’elenco dei membri italiani di Ican. In prima linea c’è l’Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare (Ippnw Italy).

Il presidente dell’Aimpgn (Ippnw Italy), il dottor Michele Di Paolantonio spiega:

“Ordine dei Medici di Teramo e Chieti e S.It.I. Abruzzo e Molise, Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva, insieme alla Sezione Italiana Ippnw, si sono distinte per iniziative rientranti nell’attività di Ican. L’Ordine dei Medici di Teramo con la relazione del presidente di Ippnw Italy, ospitata in assemblea il 10 dicembre 2016, l’Ordine di Chieti ospitando da anni nella propria aula convegni le lezioni sul tema, e la S.It.I. Abruzzo e Molise, ospitando l’argomento nell’evento Ecm tenuto il 19 febbraio presso l’Aula Magna dell’Università di Chieti. Il cammino è cominciato proprio a Roma, il 24 e 25 aprile 2010, durante il tradizionale incontro dei Nobel per la Pace, a cui ero presente. In quell’occasione, ci sono stati i primi approcci per sviluppare l’azione di sensibilizzazione proseguita con le conferenze internazionali preparatorie degli anni successivi. Tra il 2013 e il 2015, la comunità mondiale si è incontrata a Oslo, Nayarit e Vienna per discutere la questione atomica dal punto di vista delle ‘conseguenze umanitarie’ di un possibile conflitto nucleare e verificare la possibilità di prevedere un divieto legale contro tale tipo di armamenti. E’ un sogno che può e deve avverarsi. Proprio come è avvenuto per la schiavitù, la sua abolizione sembrava un’idea utopica fino a un momento prima che avvenisse. Poi -conclude Di Paolantonio – è diventato assurdo il contrario”.

 

“Abbiamo appena deciso globalmente che – dice il dottor Michele Di Paolantonio
Presidente dell’AIMPGN (IPPNW Italy) – il Premio Nobel per la Pace 2017 sarà ritirato, per conto di tutti, dall’Executive Director di ICAN, Beatrice Fihn, e da Setsuko Thurlow, sopravvissuta al bombardamento atomico di Hiroshima, in rappresentanza di tutti gli hibakusha. Abbiamo mandato in rete dall’Italia le immagini della presentazione della nostra campagna in una sede del Parlamento, il 1 febbraio 2011, con la toccante testimonianza di un altro hibakusha, e la prova del ruolo italiano nella costante e tenace costruzione della Messa al Bando delle Armi Nucleari che ci sarà premiata il 10 dicembre ad Oslo”.

Di seguito pubblichiamo per intero la dichiarazione dell’Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione della Guerra Nucleare (affiliata italiana di Ican, Premio Nobel per la Pace 2017).

“Rivendichiamo il ruolo italiano nella costruzione del riconoscimento che ICAN, International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari, ha avuto per essere riuscita, con IPPNW, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, e Croce Rossa Internazionale / Mezza Luna Rossa, ad ottenere alle Nazioni Unite, dopo le Conferenze Diplomatiche Internazionali sull’Impatto Umanitario delle Armi Nucleari di Norvegia, Messico ed Austria, prima la Conferenza e poi il Trattato per la Messa al Bando delle Armi Nucleari sottoscritto a Ginevra il 20 settembre u.s., valendoci il conferimento del Premio Nobel per la Pace 2017.

L’Italia, sede per tanti anni dei Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace a cui abbiamo sempre attivamente partecipato come Sezione Italiana dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985 e fondatrice di ICAN nel 2007, ha creato l’opportunità, in occasione del Working Meeting dei Summit che tenemmo a Roma il 24 e 25 aprile 2010, di far incontrare IPPNW (ed ICAN) e Comitato Internazionale della Croce Rossa/Mezza Luna Rossa nel promuovere un’iniziativa globale per l’abolizione delle Armi Nucleari che, vi assicuriamo, è solo all’inizio.

IPPNW Italy desidera ricordare quanto il Presidente Mondiale dell’IPPNW di allora Ronald Mc Coy, accolto dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici in occasione del Summit del novembre 2003, disse a Roma, ad una qualificata platea qui riunita nel marzo 2004, concludendo un Seminario mondiale riservato sulle armi di distruzione di massa: “L’abolizione delle Armi Nucleari non è un’utopia, così come l’abolizione delle della schiavitù fu un’utopia solo fino al momento in cui fu abolita di fatto nel diritto internazionale. l’ICAN sarà lo strumento di questa nuova abolizione. Il nostro Premio Nobel per la Pace 2017 non è un punto di arrivo ma di partenza, per la difesa e la sicurezza dell’umanità”.

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Di seguito: ICAN – Statement on Nobel Peace Prize 2017 traduzione italiana di Lisa Clark – Testo originale

“E’ un grande onore essere insigniti del Premio Nobel per la Pace 2017 come riconoscimento per il nostro ruolo nell’approvazione del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari. Questo storico trattato, adottato il 7 luglio con il voto favorevole di 122 Stati, offre all’umanità uno strumento alternativo, assolutamente necessario, in questo nostro mondo dove prevalgono e proliferano invece le minacce di azioni di distruzione di massa. La Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN) è una coalizione di organizzazioni non-governative di 100 paesi. Grazie al potere delle mobilitazioni popolari abbiamo lavorato per scrivere la parola fine alla storia dell’arma più distruttiva che l’uomo abbia mai inventato, l’unica arma che minaccia l’esistenza stessa dell’umanità. Questo premio rende omaggio agli sforzi di milioni di attivisti e cittadini in tutto il mondo che, fin dai primi anni dell’era atomica, hanno alzato la voce contro le armi nucleari, hanno protestato, dicendo con forza che quelle armi non servono ad alcuno scopo legittimo e devono essere messe al bando, smantellate ed eliminate. Rende omaggio anche ai sopravvissuti dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki – gli Hibakusha – nonché alle vittime delle sperimentazioni nucleari in tutto il mondo, le cui strazianti testimonianze e il cui impegno senza sosta hanno svolto un ruolo importantissimo nel percorso che ha portato all’adozione di questo storico trattato. Il trattato vieta categoricamente le peggiori armi di distruzione di massa e traccia un percorso chiaro verso la loro eliminazione totale. Si tratta della risposta alle preoccupazioni crescenti della Comunità internazionale che riconosce che un qualsiasi uso di armi nucleari infliggerebbe danni catastrofici e permanenti agli esseri umani e al nostro pianeta vivente.
Siamo orgogliosi di aver svolto un ruolo di primo piano nell’elaborazione del trattato, attraverso l’impegno e la partecipazione a conferenze diplomatiche; continueremo a lavorare alacremente negli anni a venire per garantire che possa entrare in vigore ed essere pienamente attuato. Ogni nazione che vuole davvero impegnarsi per un mondo più pacifico, libero dalla minaccia nucleare, dovrà firmare e ratificare questo trattato di importanza vitale, senza ulteriori indugi. Alcuni governi ritengono che le armi nucleari rappresentano uno strumento legittimo ed essenziale di sicurezza: sono idee non solo sbagliate ma pericolose, poiché incitano alla proliferazione e impediscono il disarmo. Tutte le nazioni hanno il dovere di rifiutare queste armi totalmente, prima che vengano usate di nuovo.
Siamo in un’epoca di forti tensioni globali, in cui la retorica bellicosa rischia di portarci inesorabilmente verso l’orrore inenarrabile. Lo spettro della guerra nucleare ci minaccia nuovamente. Se mai è esistito il momento storico giusto, in cui gli Stati hanno l’obbligo morale di dichiararsi contrari alle armi nucleari, quel momento è adesso. Ci rivolgiamo con gratitudine a quegli Stati che hanno già firmato e ratificato il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari e incoraggiamo tutti gli altri a seguire il loro esempio. Questa è la strada da perseguire in questo momento di grande crisi. Il disarmo non è un pio desiderio, è una impellente necessità umana. Con umiltà desideriamo ringraziare il Comitato norvegese per il Nobel. Questo premio illuminerà la strada che il Trattato sulla Proibizione ci ha aperto, strada che conduce a un mondo libero da armi nucleari. Prima che sia troppo tardi, dobbiamo imboccare quella strada”.