Agronomi: “Allarme processionaria in Abruzzo”

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E’ allarme processionaria in Abruzzo dopo l’inverno mite. La Federazione dei dottori agronomi e forestali detta alcuni consigli utili per la prevenzione dei rischi causati da questo pericoloso insetto.

Di seguito riportiamo il comunicato degli Agronomi e dei Forestali che spiegano i comportamenti corretti da tenere se ci si imbatte in questi pericolosi insetti e dettano alcuni consigli utili ai privati cittadini e agli enti pubblici per far fronte a quello che sembra essere un vero e proprio allarme processionaria in Abruzzo.

“In questo periodo dell’anno non è inusuale imbattersi in larve ricoperte di peli che procedono in fila indiana sulle strade oppure in nidi particolarmente vistosi su piante di pino. Si tratta della processionaria del pino (Thaumetopoeapityocampa), insetto dell’ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae. La processionaria, chiamata così proprio per l’abitudine di muoversi sul terreno in fila, creando una sorta di processione, è uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale. La pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre), ma è facile trovarne anche presso larici e cedri.
Il problema in Abruzzo non è da sottovalutare a causa della ciclicità del fenomeno e alla particolarità dell’inverno appena trascorso che è stato uno dei più miti degli ultimi anni, tanto da influire sulla presenza eccessiva della processionaria (Thaumetopoeapityocampa Denis &Schiffermüller, 1775). La processionaria, oltre a influire in maniera devastante sugli alberi e le foreste, è molto pericolosa anche per uomini e animali. A lanciare l’allarme sono i Dottori Agronomi e Dottori Forestali d’Abruzzo tramite il Presidente Dottore Agronomo, Mario Di Pardo, il Dottore Agronomo Matteo Colarossi, Vicepresidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi, i Dottori Forestali della Provincia di Pescara e il Dottore Agronomo Carlo Massimo Rabottini iscritto all’Ordine di Chieti ed esperto del settore Verde Urbano. I professionisti avvertono di prestare la massima attenzione sul parassita in quanto gli aculei invisibili delle larve sono urticanti e se finiscono sulla pelle o a contatto degli occhi creano dermatiti e reazioni allergiche anche severe. La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto.
I sintomi che un cane presenta sono spesso gravi. Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco. Il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l’animale.

 

Come si fa a riconoscere una processionaria? L’insetto attacca soprattutto i pini, i cedri e le conifere in generale e nel periodo invernale le larve svernano in nidi bianchi a forma di bozzolo, grandi diversi centimetri da cui a primavera inoltrata scendono lungo il tronco facendo la cosiddetta “processione”. È molto importante che i cittadini che vedono nei loro giardini, nei parchi pubblici, degli ospedali e delle scuole, segnalino la presenza alle autorità comunali che a loro volta sono chiamate a vigilare e rimuovere il pericoloso parassita (così come previsto dal decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali del 30 ottobre 2007 – Disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino).
Al di fuori dei centri urbani si nota la sua presenza nelle pinete artificiali specialmente al di sotto dei mille metri di quota per cui attenzione a chi fa gite fuori porta e escursioni vicino tali formazioni arboree. Tale fenomeno si ripete naturalmente in cicli di cinque-sette anni ma, periodi climatici invernali favorevoli al parassita e l’assenza di una reale pianificazione forestale da parte delle autorità regionali al fine di rinaturalizzare le pinete artificiali con interventi selvicolturali, accrescono il problema in intensità e in frequenza.”

Questi alcuni avvertimenti utili forniti dai Dottori agronomi e Dottori forestali:

1) Non avvicinarsi e non sostare sotto piante infestate;
2) Non tentare con mezzi artigianali di distruggere i nidi, in quanto il primo effetto che si ottiene è quello di favorire la diffusione nell’ambiente dei peli urticanti;
3) A fine inverno-inizio primavera, quando si possono osservare con particolare frequenza le processioni di larve lungo i tronchi o sul terreno, evitare di raccogliere i bruchi senza protezioni e con mezzi inadeguati (scope, rastrelli, ecc.);
4) Lavare abbondantemente frutti e prodotti di orti in prossimità di pinete infestate.
In caso di contatto con la pelle: a) lavare abbondantemente il corpo (capelli inclusi) con acqua e sapone; b) manipolare i vestiti con guanti e lavarli anch’essi avendo cura di utilizzare acqua a temperatura elevata; c) sulle parti che hanno toccato larve e nidi utilizzare eventualmente strisce di scotch come un mezzo depilante per asportare parte dei peli ancorati alla pelle; d) utilizzare sulle parti arrossate una pomata antistaminica per lenire il fastidio. Nell’eventualità di contatto con gli occhi, inalazione o ingestione dei peli urticanti è invece suggerito un immediato consulto clinico.
Un metodo rivelatosi efficace per il controllo della processionaria del pino è quello dell’endoterapia dell’albero effettuata con agrofarmaci a base di “abamectina” tramite il metodo “Bite” contro la processionaria. Questa metodologia è stata sperimentata con risultati molto soddisfacenti (almeno due anni di efficacia) in un popolamento artificiale di pino nero, marittimo e domestico (Pinusnigra, halepensis e pinea) di circa 35 anni di età in località San Nicola nel comune di Pollutri (provincia di Chieti) e Torricelle nel comune di Montenero di Bisaccia (CB).