Aeroporto: “Dedicarlo a Corradino D’Ascanio”

Intitolare l’Aeroporto d’Abruzzo a Corradino D’Ascanio: la petizione di un appassionato e del Vespa Club di Popoli, città natale del precursore dell’elicottero e ideatore del ciclomotore più famoso.

Promotore dell’iniziativa è Concezio D’Amato che, con l’aiuto dei membri del Vespa Club di Popoli, ha già raccolto oltre 1.200 firme ed ha inviato il documento al presidente della Regione Abruzzo e ad altri enti interessati. Le firme sono state raccolte, in particolare, in occasione del raduno internazionale Vespa, di cui Corradino D’Ascanio fu l’ideatore, che si è tenuto a Popoli lo scorso giugno.

“L’aeroporto di Pescara attualmente denominato Aeroporto d’Abruzzo – scrive Concezio D’Amato – non è intitolato a nessun illustre personaggio. L’ingegner Corradino d’Ascanio, abruzzese, nato a Popoli, è conosciuto in tutto il mondo in quanto realizzatore, primo al mondo, dell’elicottero e relativi primati internazionali (1930), progettista del motorscooter Vespa (1946), uno dei più conosciuti ed affermati simboli dell’italianità nel mondo, dell’elica a passo variabile (1932), elemento determinate per il funzionamento efficiente di ogni e qualsiasi mezzo dotato di propulsione ad elica, oltre che titolare di ulteriori numerosi brevetti e invenzioni ancora oggi utilizzati dalla popolazione nella propria vita quotidiana. I primi studi fondamentali sul volo ed in particolare sull’elicottero vennero fatti in Abruzzo, dapprima a Popoli e successivamente a Pescara, dove negli “Stabilimenti Camplone” venne costruito il primo prototipo.”

Concezio D’amato di Popoli, da sempre appassionato della vita e della storia di Corradino d’Ascanio ha acquistato la sua casa natale e per una serie di fortunate combinazioni nel suo interno vi ha trovato un vero e proprio cimelio storico, le ali da lui costruite a soli sedici anni con le quali provava a volare sulle colline di Popoli: era il 1906, a soli tre anni dal primo volo umano della storia quello dei fratelli Wright.
Il giovanissimo d’Ascanio aveva infatti realizzato un vero e proprio aliante di 9 metri di apertura alare.

“Spero in futuro – conclude D’Amato – di poter trasformare la sua casa natale in un centro studi/Museo dove esporre le ali ed altri cimeli.”