L’Aquila, ricostruzione: troppe polveri nell’aria, si corre ai ripari

gru - ricostruzione

Centinaia di cantieri a poca distanza gli uni dagli altri, lavori continui per ore e ore, gru che si innalzano al cielo portando con sé materiali edili, calce, cemento, demolendo case, abbattendo muri.

E poi un via vai continuo di camion e altri mezzi pesanti per il trasporto delle macerie edili. La ricostruzione è anche questo: polveri e sostanze che si diffondono nell’ambiente, saturandolo, inquinandolo. E’ per limitare questo fenomeno, altra faccia della ricostruzione, che il Comune ha emanato un’ordinanza firmata dal sindaco Massimo Cialente. Fenomeno che, “se non controllato attraverso tecniche idonee – dice l’ordinanza – può contribuire ad aumentare la concentrazione di polvere nell’ambiente, andando oltre i limiti di legge”.

Ma non si tratta soltanto di rispetto delle norme.

L’aumento delle polveri è pericoloso anche per la salute dei cittadini e dei dipendenti degli uffici e dei locali che sono rientrati in centro storico e sopratutto per gli operai che ogni giorno lavorano nei cantieri. Scatta, dunque, l’obbligo per “tutte le ditte edili o stradali di attuare una serie di misure immediate”, si legge nell’ordinanza. Ad esempio: innaffiare le aree di cantiere, ripararle dal vento e recintarle per tenerle separate dal traffico locale. Intanto una nuova circolare del Comune chiarisce finalmente la doppia interpretazione della disciplina del subappalto (inserita nel decreto degli enti locali) che rischiava di escludere i subappaltatori del territorio dalla ricostruzione privata post-sisma.

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