Tangenti ricostruzione, aquilani indignati

riga roberto

I cittadini indignati per la nuova inchiesta su ricostruzione e corruzione, demoralizzati, rassegnati per un modus operandi illecito che, dicono, “fa male all’immagine degli aquilani in Italia”.

E’ la prima opinione dei cittadini interpellati dopo la notizia dei domiciliari in cui sono finiti ieri mattina l’ex vicesindaco Roberto Riga e l’imprenditore e vicepresidente dell’Aquila Calcio Massimo Mancini.

“Un tenore di vita al di sopra di quello che le entrate avrebbero potuto consentirgli”, con “l’acquisto di due unità immobiliari, frequenti compravendite di autovetture di grossa cilindrata e numerosi versamenti in contanti”. L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari del giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Romano Gargarella, parla chiaro: quella dell’ex vicesindaco era proprio una “bella vita”, portata avanti grazie ai contanti e regali ricevuti come “controprestazione per la costante disponibilità del pubblico ufficiale alle esigenze dell’impresa Mancini Srl”, ossia la ditta che aveva vinto l’appalto per il rifacimento dell’ex oratorio salesiano Don Bosco, visitato anche dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, due estati fa.

Sia Riga sia il titolare della ditta sono stati arrestati ai domiciliari dopo le indagini del nucleo di polizia Tributaria della Guardia di finanza, entrambi con l’accusa di corruzione in concorso per l’aggiudicazione della ricostruzione da 28 milioni e mezzo di euro del complesso dell’Opera salesiana.

Una commessa che sarebbe stata affidata a Mancini su interessamento di Riga. Il prezzo della corruzione, secondo la tesi accusatoria, è che una delle due case comprate da Riga sia stata affittata a Mancini a un canone siderale, più che doppio rispetto a quello di mercato, e il contratto stipulato ancora prima che fosse concluso l’acquisto.

Niente intercettazioni telefoniche in questa inchiesta e nemmeno ambientali. “Le attività di polizia giudiziaria hanno riguardato indagini di natura patrimoniale e bancaria” nei confronti di Riga e della moglie (che non è indagata) e del costruttore.

Coinvolto anche un nome di prestigio a livello nazionale, l’attuale amministratore delegato dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli, all’epoca titolare dell’ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, indagato a piede libero per abuso d’ufficio in concorso con l’allora dirigente del settore Ricostruzione privata del Comune dell’Aquila, Vittorio Fabrizi.

Infine, per corruzione verso Riga sono indagati anche due imprenditori locali che operano nel settore edile, Simone Lorenzini e Sandro Martini, per i quali è stata disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo dell’esercizio d’impresa per il periodo di un mese.