Tortoreto: in centinaia a fiaccolata per Denis Cavatassi

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Tortoreto: in centinaia alla fiaccolata per Denis Cavatassi, detenuto in Thailandia, con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio, nel 2011, del suo ex socio in affari e che rischia la pena di morte. L’uomo si è sempre dichiarato innocente.

Ieri sera dal centro storico di Tortoreto, un lungo corteo di fiaccole ha raggiunto il Lido, dove i familiari hanno ringraziato tutti i presenti e coloro che, a livello diplomatico, stanno cercando di dirimere una matassa ancora molto intricata. I concittadini di Denis, si sono dimostrati vicini all’imprenditore che si è sempre dichiarato innocente ed hanno risposto all’appello lanciato dai famigliari. Ad aprire il corteo proprio i genitori dell’imprenditore abruzzese, con la sorella Romina e il fratello Adriano. E poi le istituzioni, con il sindaco Domenico Piccioni e dal parlamentare M5S, Antonio Zennaro.

La sorella Romina ha raccontato la situazione attuale e cioè che Denis è in attesa del giudizio della Corte Suprema, visto che sul conto di Cavatassi pende una condanna alla pena capitale, e la difficile situazione carceraria. Raccontata anche attraverso le lettere che può scrivere grazie alla diplomazia italiana.

Il ringraziamento della sorella Romina:

“A nome di Denis e di tutta la famiglia, un  ringraziamento per la vostra incredibile manifestazione di calore e di solidarietà. Presenza e partecipazione massive. Il grande capitale sociale che ci circonda e ci da forza ed energia. Un ringraziamento a tutti voi, al sindaco Domenico Piccioni e all’amm.ne di Tortoreto che hanno appoggiato e promosso questa iniziativa, all’On. Zennaro per la partecipazione e l’intervento, alla polizia municipale, alla protezione civile, alla Misericordia e all’ass. Naz. Carabinieri. Grazie ad Antonio e a Giacomo per il coordinamento, la promozione dell’evento e l’aiuto.
Grazie anche al Prof. Rasicci e a suo figlio Walter per il perfetto coordinamento con il concerto in corso e a Bibiana Carusi per aver dedicato l’Ave Maria di Gounod a Denis.
Un grazie sentito va al Ministero degli Esteri, in particolare alla DGIT4, al nuovo ambasciatore in Tailandia, con i quali siamo in stretto contatto. Un grazie a caratteri cubitali ai nostri angeli in Tailandia che ci aggiornano su Denis e aggiornano Denis su di noi, e alla nostra legale in Italia, Alessandra Ballerini, che ha creato una catena di azioni e reazioni sinergiche e una energia grandiosa intorno alla vicenda di Denis e degli altri casi che segue. Casi che in qualche modo è riuscita ad unire creando una rete di solidarietà e di supporto per la ricerca della giustizia e della verità. Ecco noi vogliamo credere e sperare in questa giustizia e in questa verità, sperare e credere che l’innocenza di Denis venga presto riconosciuta”.

Sul caso interviene anche il presidente della Camera, Roberto Fico:

“La storia giudiziaria e detentiva di Denis Cavatassi colpisce profondamente e chiama in causa la nostra coscienza civile e democratica”. Il presidente della Camera Roberto Fico ha ricordato in una nota pubblicata su Facebook l’imprenditore di Tortoreto, dichiarando di essere vicino a lui e alla sua famiglia. Cavatassi è stato arrestato nel 2011 in Thailandia con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio del suo socio in affari Luciano Butti a Phuket. Per questo stato condannato a morte dalla suprema corte thailandese. “Il nostro Paese, – ha detto Fico, – rifiuta incondizionatamente la pena di morte e si batte da anni per la sua abolizione in ogni parte del mondo. Si tratta di un passo fondamentale, ma non ancora sufficiente per parlare di civiltà e di umanità delle pene e quindi di pieno rispetto delle garanzie e dei diritti fondamentali della persona”.

Quindi la terza carica dello Stato ha detto di avere fiducia che possa esserci un’evoluzione positiva del caso:

“Sappiamo bene quanto sia difficile il percorso che conduce al riconoscimento e alla tutela effettiva di questi diritti, ma sappiamo anche che nessuna conquista è mai data, integralmente, una volta per tutte. La cultura dei diritti si evolve e va costantemente alimentata. Nelle prossime settimane è attesa la pronuncia definitiva della Corte suprema sul caso di Cavatassi. Siamo fiduciosi in un esito diverso. A Denis e ai suoi cari va in questo momento il nostro pensiero e tutta la nostra umana solidarietà”.

Cavatassi si è sempre proclamato innocente e durante la detenzione ha più volte lamentato numerose e reiterate violazioni del diritto a un equo processo e a una detenzione rispettosa della dignità della persona. Ha anche detto di essere stato torturato dopo l’arresto. La legale della famiglia Alessandra Ballerini, intervistata dall’agenzia Ansa, ha dichiarato che Cavatassi “è stato posto in stato di fermo senza avere diritto a un avvocato, senza un traduttore, senza nessun rappresentante dell’ambasciata”. Il 6 febbraio scorso in Senato, l’allora presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi ha organizzato una conferenza stampa per lanciare un appello alla Farnesina e al governo Gentiloni: in quella sede si chiese di fare pressione sulle autorità thailandesi per avere la liberazione di Denis Cavatassi.