Chieti: Rumeni ai domiciliari, continuavano a rubare

Nonostante due di loro fossero ai domiciliari pensavano di rubare indisturbati ma i Carabinieri li hanno intercettati e arrestati assieme a un terzo. Sono tutti rumeni.

Evidentemente pensavano di poter continuare a rubare indisturbati, nonostante due di loro fossero agli arresti domiciliari da tempo, i tre cittadini romeni arrestati ieri mattina dalla Stazione Carabinieri di Chieti Scalo per ricettazione e detenzione abusiva armi e munizionamento da guerra.
I tre di 36, 32 e anni erano già negli occhi degli investigatori perché sospettati di essere gli autori di diversi furti avvenuti negli ultimi tempi allo Scalo: l’indagine parte da un controllo di routine agli arresti domiciliari, durante il quale i militari avevano notato sul letto delle federe particolari e riconoscibilissime, trafugate qualche tempo prima in un appartamento. I militari le hanno fotografate e hanno mostrato le immagini alla proprietaria che le ha riconosciute immediatamente.

Quando questa mattina, assieme al Nucleo Cinofili e all’Aliquota Operativa della Compagnia di Chieti, si sono presentati in via Curtatone per dare corso a una perquisizione domiciliare delegata dal Sostituto Procuratore Ciani, hanno trovato una vera e propria miniera d’oro: monete da collezione, attrezzi da cantiere, spade antiche, pellicce e addirittura numerose cartucce da guerra di diverso calibro. In effetti è stato uno dei cani addestrati a ricercare esplosivi, NOX, ad indirizzare i militari verso una cassettina in metallo nascosta nella rimessa agricola dell’appartamento perquisito, dove hanno rinvenuto i proiettili, alcuni dei quali erano in. Il valore della refurtiva è stimato intorno ad un centinaio di migliaio di euro. Gli arrestati sono stati poi portati in carcere a Chieti su disposizione del PM Marika Ponziani.

I militari dell’Arma invitano le vittime di furti in casa e attività commerciali dello Scalo, a presentarsi presso la caserma in via Ricciardi con la denuncia di furto, per eventualmente riconoscere i propri averi.