Roma: animalisti contestano Zingaretti, Caporale denuncia aggressione

Walter Caporale denuncia l’aggressione subita durante la manifestazione di protesta degli animalisti contro Zingaretti all’ex dogana a Roma.

“Regione, cacciatori e vaticano a braccetto, per l’ambiente, per gli animali e per l’ecosistema nessun rispetto”; e poi “La natura e gli animali non si toccano”: sono alcuni degli slogan che un gruppo di animalisti hanno urlato sul palco allestito all’ex dogana di Roma per Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria dem e contestato dai manifestanti per questioni relative alla caccia e alla cementificazione. Diversi attivisti sarebbero stati picchiati e spinti a terra dal service e aggrediti da alcuni presenti.

Duro l’atto di accusa da parte di Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani onlus, che spiega il motivo della contestazione: “Nicola Zingaretti si candida alla guida del Pd, scegliendo di scavalcare a destra Salvini, la Meloni e Berlusconi con un drammatico e pericoloso regalo al Vaticano, ai cementificatori, ai cacciatori e agli agricoltori. Con un solo colpo un emendamento alla legge n. 55/18 ‘Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale’ ha aperto la caccia di selezione nelle aree protette del Lazio, modificando la Legge 29/97; ha concesso la possibilità di costruire edilizia libera nelle aree protette con il principio del silenzio assenso e di realizzare i Pua (Piani di utilizzazione aziendale) in deroga ai piani di assetto dei Parchi stessi, con conseguenti possibilità di sviluppo agricolo, anche quello più spregiudicato e contro la biodiversità.

Questi provvedimenti sono in contrasto con la Legge Quadro sulle Aree Protette 394/91, tuttora vigente, a tutela dei parchi. Zingaretti ha smantellato anni di tutela dei parchi e della fauna selvatica. Si candida a rifondare il centrosinistra, perseguendo sul piano ambientale le medesime politiche del centrodestra. Addirittura all’interno della Riserva Naturale Tenuta dell’Aquafredda ha consentito colate di cemento per 180.000 metri cubi per compiacere la Chiesa, come ai tempi della Prima Repubblica”.