Renzi in Abruzzo: la riflessione del giorno dopo

Renzi all'INFN

Renzi in Abruzzo: la riflessione del giorno dopo induce ad una serie di considerazioni utili per stilare il bilancio della visita del premier.

Potrebbe sembrare persino irriverente, ma vale la pena mettere da parte gli inchini formali per riflettere su cosa realmente D’Alfonso abbia “portato a casa” – senza essersi mosso dall’Abruzzo – dalla visita di Matteo Renzi. E se notizie positive ci sono, allora dovrebbero essere tali per tutti, cittadini abruzzesi, politici di maggioranza o di minoranza. Ma la politica, di questi tempi, non è l’arte della conciliazione, semmai si gioca a chi divide et impera. Uno felice e soddisfatto però c’è, anzi almeno due, i protagonisti della lunga giornata di ieri, ossia il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e il premier Matteo Renzi. Il primo ha incassato una promessa che è quasi un assegno, 60 milioni da destinare all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso, che ha dato lustro all’Italia scientifica e all’Abruzzo contribuendo alla scoperta delle onde gravitazionali e che presto potrà dare la caccia alla materia oscura un po’ sollevata dalle ambasce quotidiane. Lasciata Assergi e i suoi massimi sistemi, Renzi è stato riportato alla realtà, almeno a quella positiva incarnata dalla Walter Tosto, dove anche lui ha incassato qualcosa: il successo datogli dai nuovi assunti col jobs act. Poco distante dalla Walter Tosto, azienda leader nell’empireo dei serbatoi, ce n’è una che invece ha un piede nella fossa: la Thales, proprietà francese e disoccupazione made in Italy. Sono circa 90 i lavoratori a rischio, dopo che la proprietà ha annunciato l’intenzione di abbandonare il settore della difesa e delle telecomunicazioni. La Rsu della Thales è riuscita a consegnare a Renzi una lettera aperta che segnala l’emergenza, nella speranza che il premier tiri dal cilindro una qualche strada di salvezza. In quel caso, sarebbe il secondo bene durevole incassato dall’Abruzzo e quindi dal suo governatore. Chissà se l’argomento avrà fatto parte delle paroline sussurrate da D’Alfonso all’orecchio di Renzi, tenuto confidenzialmente – e saldamente – sottobraccio. E a proposito della vertenza Thales, lo stesso D’Alfonso ha poi precisato:

“Renzi ha detto che si farà carico di verificare con Finmeccanica le possibilità, fermo restando il mercato. Non dispero, abbiamo fatto un punto di lavoro. C’è un forte incoraggiamento da parte del premier e un percorso da fare insieme”.

Infine il terzo, ma non meno importante, premio incassato da D’Alfonso: la visibilità nazionale, mediaticamente amplificata dall’essersi trovato nel cuore dell’Italia scientifica insieme al vertice politico del Paese. Anche se quest’ultimo successo, almeno per ora, non è che un pagherò: se e quanto si traduca in atti concreti lo scopriremo solo vivendo. Nel frattempo, come è normale che sia, accanto alle ciambelle riuscite col buco, c’è chi obbedendo al proprio ruolo – ci sparge su del sale. E’ l’opposizione, che si chiede cosa viceversa abbia incassato Renzi dalla visita in Abruzzo. Nessun regalo, ma un proficuo do ut des che garantirebbe l’appoggio incondizionato della Regione Abruzzo alle decisioni più impopolari del Governo Renzi: trivelle, porti, sanità, inceneritori, tanto per fare qualche esempio. Anche questa dopo tutto è materia oscura.

L’intervista al Presidente della Regione Luciano D’Alfonso