Vertenza Baker Hughes, 7 licenziamenti a Cepagatti

Vertenza Baker Hughes, 7 licenziamenti a Cepagatti. Le Segreterie Nazionali hanno comunicato la rottura delle relazioni sindacali.  Indetto lo stato di agitazione ed uno sciopero nazionale di 8 ore per il giorno 20 Dicembre a sostegno della vertenza in atto.

Si sono incontrati, lunedì scorso, la direzione aziendale di Baker Hughes, le Segreterie Nazionali e Territoriali di Filctem CGIL, Femca CISL, Uiltec UIL e i rappresentanti dei lavoratori,  per la procedura di licenziamento avviata dall’ azienda in data 11 novembre 2016 per ulteriori 7 dipendenti  e, inoltre, è stato discusso il protocollo di relazioni industriali, proposto dalle stesse segreterie sindacali e sottoscritto con la società, per fronteggiare la grave crisi che ha colpito l’intero settore petrolifero sin dal 2009.

La richiesta di incontro è scaturita dall’ atteggiamento del management negli ultimi mesi che ha disatteso tutti gli impegni assunti, fino all’ azione estrema nella controllata Western Atlas che ha sede a Ravenna da oltre 30 anni ,di interrompere anticipatamente la Cassa Integrazione Straordinaria in corso e procedere alla chiusura di Ravenna e al licenziamento di tutti i 46 dipendenti. I primi 27 sono stati licenziati il 23 novembre scorso, i restanti verranno licenziati nei 120 giorni previsti dalla procedura, nonostante vi siano ancora a disposizione mesi di cassa integrazione e contratti di lavoro acquisiti,ancora da onorare.

Anche per la sede di Cepagatti il management è irremovibile e intende proseguire nella procedura di licenziamento di 7 persone, procedura per la quale è stato firmato un verbale di mancato accordo, attivando così il percorso istituzionale e rinviando il confronto nelle sedi ministeriali.

Le Segreterie Nazionali hanno comunicato la rottura delle relazioni sindacali. Le stesse seguiranno assiduamente il percorso istituzionale con l’obiettivo di impedire alla multinazionale che si è presa gioco di tutti, Istituzioni comprese, di proseguire a sfruttare risorse e territori, ma soprattutto impedire il depauperamento del know out e della preparazione raggiunta dai lavoratori, proprio adesso che timidi segnali positivi derivanti dal mercato internazionale di settore, fanno intravedere un’inversione di tendenza che fa ben sperare.

La stessa acquisizione da parte di GENERAL ELECTRIC del Gruppo BAKER HUGHES ne è la prova. La notizia dell’operazione inizialmente ha fatto ben sperare i lavoratori di Ravenna, Pescara,Viggiano e Milano, mal’operazione su scala mondiale prevede tempi tecnici medio lunghi. Si rischia di arrivare all’operazione senza più le professionalità fidelizzate in azienda mettendo a rischio la capacità operativa, ma inevitabilmente anche la qualità della sicurezza, che sommata alla rinuncia di attività strategiche come la “Wire Line” condizionerebbero inevitabilmente la capacità operativa di General Electric in Italia.