Regionali, per il PRC è antidemocratico il voto a febbraio

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Il Segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, torna a denunciare la violazione dei principi democratici, a causa delle elezioni regionali fissate nella data del 10 febbraio.

Buttare fra i 6 e i 7 milioni di euro per votare nel periodo più freddo dell’anno quando si devono raccogliere le firme, dopo che Regione Abruzzo e Governo non accorpando le elezioni come prevede la norma nazionale sull’Election Day, stanno impedendo un corretto svolgimento della consultazione elettorale in programma nella nostra regione il 10 febbraio. Questa la nuova denuncia di Rifondazione Comunista fatta questa mattina a Pescara nel corso di una conferenza stampa.

“È una violazione oltre che una sospensione della democrazia perché stiamo andando a votare – ha spiegato il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo – per responsabilità del Pd, del Governo e del ministro Salvini che sta arrivando in queste ore e del M5S che condivide la posizione del Governo, e in violazione della legge che prevederebbe l’election day con l’accorpamento delle date delle elezioni quando si svolgono nello steso anno, e in Abruzzo l’accorpamento ci avrebbe fatto risparmiare diversi milioni di euro che saranno buttati. Questa violazione costa anche in termini di democrazia perché il tempo dimostra che le liste come la nostra che devono raccogliere le firme, lo devono fare in un clima polare. Una situazione che ci impedisce di organizzare banchetti, con alcuni comuni dove la gente non può uscire per la neve, e tutto questo avviene senza neanche ci sia una norma regionale che preveda di dimezzare le firme da raccogliere. Noi faremo di tutto per raccogliere le firme e presentare l’unica vera lista di sinistra autonoma”.