CCIAA L’Aquila Teramo, impossibile annullare accorpamento

Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, Marsilio e Febbo: “firmato il decreto per la determinazione dei seggi”. Impossibile annullare il procedimento di accorpamento tra le Camere di commercio di Teramo e di L’Aquila.

“Via libera al decreto per la formazione del nuovo consiglio camerale attraverso  l’individuazione del numero dei seggi spettanti a ciascuno dei settori economici rappresentati per la nascita della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia”.

A comunicarlo sono il presidente della regione Marco Marsilio e l’assessore regionale alle Attività Produttive Mauro Febbo che spiegano come “lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico attraverso una specifica nota del 16 dicembre 2019, in risposta alla notifica della delibera assunta in data 22.10.2019 dalla giunta della  CCIAA di Teramo  di revocare l’atto del 2017 di “fusione volontaria”,  ha fatto, tra l’altro presente che:

“un’eventuale revoca del provvedimento ministeriale, con il quale il Ministro dello sviluppo economico ha istituito il nuovo ente camerale, dovrebbe comunque essere disposta necessariamente con la medesima complessa procedura utilizzata per la sua adozione. Alla deliberazione con la quale la Camera di commercio di Teramo ha revocato la propria volontà all’accorpamento in esame, non può attribuirsi, quindi, alcuna automatica conseguenza in merito ad un’eventuale revoca del provvedimento ministeriale in questione o ad un’eventuale sospensione in qualche modo dell’applicazione del predetto decreto”.

Pertanto, alla luce decreto del 27 gennaio 2017 firmato dall’allora ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, oggi appare illegittima  la richiesta di sospensione del procedimento di accorpamento tra le Camere di commercio di Teramo e di L’Aquila e tantomeno  immaginare che possa essere annullato a seguito di delibera unilaterale di “ripensamento”.  Inoltre a  seguito di contatti intrattenuti con i vertici nazionali di UnionCamere e del Mise  è stata confermata la necessità di procedere con l’urgenza del caso  agli adempimenti di competenza regionale poiché  è impossibile immaginare un ripensamento rispetto ad una procedura che ha visto già decine e decine di fusione avvenute tant’è che il Governo ed il Parlamento in più di una occasione, anche formalmente, hanno confermato  in 60 il numero delle Camere.  Quindi la Regione – ribadiscono Marsilio e Febbo  – non può più rinviare o esitare senza un giustificato motivo la procedura disciplinata dalla legge sul riordino delle Camere di commercio, peraltro assunta con atto “volontario” .

Pertanto con il decreto di oggi la Regione determina i settori economici rappresentati in consiglio della Camera di commercio del Gran Sasso d’Italia ed il numero dei seggi spettanti a ciascuno di essi come segue: 2 seggi per il mondo agricolo, 4 quello artigianale, 5 industria,  5 commercio, 1 cooperative, 2 turismo, 1 trasporti, 1 credito e assicurazioni, 3 servizi alle imprese ed 1 altri settori per complessivi 25 seggi da attribuire alle categorie economiche. Mentre altri 3 seggi vengono assegnati rispettivamente uno alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, uno all’ associazione tutela dei consumatori ed uno all’ ordine dei liberi professioni per un totale di 28 seggi. Successivamente ogni associazione di categoria dovrà designazione e nominare i propri componenti del consiglio e  giunta della nuova camera di commercio. Al di là della obbligatorieta’ dell’ applicazioni della  norma di legge, riteniamo  – concludono Marsilio e Febbo – che il processo di fusione tra le due camere di AQ e TE, come peraltro già avvenuto tra quelle di CH e PE, rappresentano  il rafforzamento   del sistema camerale all’interno del processo economico istituzionale   con numeri e posizioni che non possono essere ignorati. Dalla fusione Teramo e L’Aquila l’Abruzzo delle imprese  esce più forte e capace di accettare le nuove sfide economiche ”.