Sanità Abruzzo, l’allarme di Confindustria

Sanità Abruzzo, l’allarme di Confindustria. Un possibile effetto collaterale del tentativo di ridurre la spesa sanitaria potrebbe essere rappresentato da un peggioramento della qualità dei dispositivi acquistati attraverso gare al massimo ribasso che vadano ad interessare anche prodotti altamente specialistici o addirittura salvavita.

A richiamare l’attenzione su questo rischio è Ivan Teodoro Pantalone, Presidente della Sezione Sanità di Confindustria Chieti Pescara: “Abbiamo assistito ad anni di tagli lineari e spending review e siamo oggi giunti ad avere 33 centrali d’acquisto che hanno ormai soppiantato le oltre 35 mila stazioni appaltanti del passato. Tale centralizzazione degli acquisti evidentemente punta a migliorare la trasparenza nel mercato delle forniture e soprattutto a ridurre i costi attraverso economie di scala.”

Purtroppo, però, questo obiettivo, sicuramente di importanza prioritaria, in un contesto di tutela della salute pubblica può celare una serie di pericoli, primo tra tutti una diminuzione della qualità dei prodotti come conseguenza del risparmio.

“In effetti – prosegue il Presidente Pantalone – sempre più spesso denotiamo una certa genericità dei capitolati di gara che, quindi, aprono la partecipazione ad aziende e prodotti non sempre di livello eccellente. Ovviamente, in assenza di sub-criteri qualitativi ben definiti, la vera partita si gioca sul profilo del prezzo, con il concreto rischio che prodotti sconosciuti e con scarsa documentazione clinica possano prevalere su prodotti che rappresentano il gold standard attuale. Credo che sia di vitale importanza mantenere il focus sulla razionalizzazione della spesa, ovvero una riduzione dei costi concreta e sostenibile, che riesca ad assicurare degli elevati standard di prodotto e che tenga conto degli importantissimi servizi che le aziende locali sono in grado di fornire. In altre parole né più e né meno di quello che viene delineato dalla direttiva europea 2014/24/UE, peraltro recepita in extremis dall’Italia, che ha introdotto una serie di modalità innovative all’interno del rapporto tra Pubblica Amministrazione e fornitori. Un esempio calzante è rappresentato dal “dialogo competitivo”, strumento volto a tutelare proprio l’innovazione dei prodotti e a perseguire il giusto equilibrio tra qualità e prezzo.”  In conclusione, il Presidente Pantalone evidenzia alcuni fattori determinanti per preservare tale equilibrio: “In definitiva, ritengo che per ottenere una razionalizzazione della spesa che sia effettiva e che non vada a penalizzare gli aspetti qualitativi dei prodotti non si possa prescindere dall’attribuire un ruolo chiave alla valutazione tecnica, alla coerenza tra le basi d’asta ed i reali valori di mercato e alla correttezza delle stime dei quantitativi oggetto di gara.”