Pescara: Carlo Cottarelli, “Italia schiava del debito, non dell’Europa”

Carlo Cottarelli, commissario per la spending review del governo Letta, interviene a Pescara a margine di un convegno sulla finanza, organizzato dall’università d’Annunzio, dicendosi preoccupato per il debito italiano.

“Rimaniamo vulnerabili a un peggioramento delle condizioni economiche mondiali che potrebbero mandare per esempio l’economia italiana anche in una piccola recessione. Sarebbe molto pericoloso per l’Italia, perché il rapporto tra debito pubblico e Pil che già scende poco comincerebbe a crescere”.

Così Carlo Cottarelli a margine del convegno “Rapporto tra stato ed enti: chi paga?” in corso al dipartimento di economia aziendale dell’università d’Annunzio di Pescara, definendosi “piuttosto preoccupato” anche se “non nell’immediato”.

Ricordando che “c’è stato un aumento dello spread”, che “al momento sembra che la situazione si sia calmata” e ipotizzando che il valore “rimanga alto, ma che non ci sia un’esplosione tipo quella del 2011 o 2012”, Cottarelli afferma che “senza un evento esterno negativo per l’Italia noi possiamo andare avanti ancora un po’ di tempo. La casa Italia – osserva – è fragile: non stiamo facendo molto per irrobustirla, bisognerebbe fare di più soprattutto per quanto riguarda i conti pubblici”.

“C’è la necessità di stimolare la crescita – aggiunge – ma lo farei in un altro modo: taglio della burocrazia, giustizia civile più veloce. Se c’è da ridurre le tasse cerchiamo di farlo, ma risparmiando sulla spesa. Guadagniamo competitività rispetto all’estero, riusciamo a crescere perché le esportazioni crescono. Secondo me quella è l’unica strategia di crescita che funziona bene per l’Italia”. Per quanto riguarda la manovra, l’economista sottolinea che “aumenta il deficit nel prossimo anno e poi lo mantiene in leggera discesa in termini nominali, in rapporto al Pil, mentre in termini strutturali, cioè aggiustato per il ciclo economico, il deficit rimane fermo. Questo – prosegue – per le regole europee è un problema perché secondo le regole noi dovremmo ridurre il deficit un po’ più di mezzo punto percentuale all’anno. Vedremo come reagirà l’Unione Europea”.

Per quanto riguarda il debito pubblico, Cottarelli ricorda che “sono anni che dico che bisogna ridurlo. Se lo facciamo gradualmente riusciamo farlo senza fare macelleria sociale, senza fare austerità. Se noi risparmiamo le entrate che derivano dalla maggiore crescita non si deve tagliare niente”. In Europa, secondo Cottarelli, “bisogna essere più efficienti. Quando si comincia a discutere una direttiva europea – osserva – i Francesi e i Tedeschi sono lì dal primo giorno a dire il loro parere. Gente che lavora a Bruxelles mi dice che gli Italiani arrivano sempre sei mesi dopo. Bisognerebbe evitare anche queste cose: se vogliamo essere sentiti, bisogna muoversi per tempo”.

Secondo Cottarelli, in riferimento alla situazione politica nazionale e ai rapporti con l’Ue, “bisogna essere prudenti con le dichiarazioni: questo vale per i nostri governanti e anche per l’Unione Europea che delle volte dovrebbe moderare i toni. Quello che contano sono più i fatti che le parole, ma non trascuriamo anche le parole”.

Poi, rispondendo alle domande dei cronisti, un riferimento ai giorni da premier incaricato: “sono passati così rapidamente – dice – l’importante è che sia finita bene, che si sia evitato il rischio più importante, cioè nuove elezioni, incentrate sul tema dell’euro, che avrebbero portato lo spread a livelli elevatissimi”.

IL SERVIZIO DEL TG8:

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