Pescara, il papà di Roberto Straccia: “Verità per mio figlio”

Maratona Straccia

Torna a chiedere a gran voce la verità, il papà di Roberto Straccia, lo studente marchigiano scomparso da Pescara il 14 dicembre 2011 e trovato senza vita il 7 gennaio 2012 sul litorale barese.

Verità per Roberto, Mario Straccia è tornato a chiederlo a gran voce alla fine della Maratona Dannunziana che si è svolta ieri in città, dedicata proprio al giovane universitario e che ha visto il coinvolgimento della famiglia e dell’associazione “In cammino con Roberto Straccia”. Per Mario non è semplice tornare nella città dove il figlio studiava, coltivava sogni e speranze che si infransero sugli scogli del mare di Bari, dove il corpo del povero Roberto fu ritrovato.

“Per me è come completare la corsa che mio figlio aveva iniziato. La felicità va lasciata libera e non può  essere imprigionata nel dolore”, ha detto Mario Straccia che non crede all’ipotesi del suicidio.”

La famiglia dello studente di Moresco, in provincia di Fermo,  si opporrà in tutti i modi all’archiviazione del caso, e c’è una data, quella del prossimo 3 novembre, quando in Tribunale, a Pescara, si terrà l’udienza per la discussione dell’opposizione alla terza archiviazione del caso. Ci sarebbe una nuova testimonianza e nuovi elementi sarebbero venuti fuori da indagini private.

“Un primo fascicolo per cause accidentali o volontarie è stato archiviato”, ha spiegato il legale della famiglia nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?”. “La scorsa estate abbiamo scoperto l’apertura di un secondo fascicolo per omicidio parallelo al primo. La fidanzata di un pentito avrebbe dichiarato che Roberto fu ucciso per un errore di persona”.

Il 3 novembre, a Pescara, ci sarà appunto una nuova udienza per discutere dell’archiviazione. La famiglia dello studente di Moresco, si opporrà. Roberto Straccia studiava all’università di Pescara. Il 14 dicembre 2011 scomparve e il suo cadavere fu ritrovato il 7 gennaio 2012 sugli scogli del lungomare di Bari-Palese. Dopo l’ipotesi di suicidio, il caso fu archiviato nel 2013 come morte accidentale dalla Procure di Pescara e Bari. Nel 2015 è stata chiesta la riapertura del caso.

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