Abruzzo, la Camera dei Deputati approva il decreto terremoto

L’Aula della Camera ha approvato definitivamente il decreto terremoto contenente le nuove misure urgenti per le regioni colpite dal sisma nel 2016: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Entrano nel cratere altri 5 comuni abruzzesi.

La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il decreto contenente ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni colpite dal terremoto nel 2016/2017. Nella seduta odierna la Camera ha licenziato positivamente il decreto-legge numero 55, del 29 maggio 2018, concernente altre misure urgenti a favore delle popolazioni delle colpite dal sisma del 2016/2017, ossia Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria.  Il provvedimento, già approvato dal Senato, è passato con 398 sì, 98 astenuti e nessun voto contrario.

I provvedimenti approvati oggi in via definitiva erano stati sollecitati più volte dai presidenti delle quattro regioni interessate, dai sindaci dei Comuni inseriti nel cratere e dal Commissario alla ricostruzione Paola De Micheli. Il Dl prevede tra l’altro la proroga della struttura commissariale fino al 2021, dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2018 (con uno stanziamento di 300 milioni) e l’inserimento nel cratere di cinque nuovi comuni, tutti in Abruzzo: Catignano, Civitella Casanova e Penne in provincia di Pescara, Penna Sant’Andrea e Basciano in provincia di Teramo.

Il provvedimento contiene anche una serie di norme riguardanti tasse e contributi: la proroga della scadenza della cosiddetta ‘busta paga pesante’, la proroga e sospensione dei termini per gli adempimenti e i versamenti tributari e contributivi, e il posticipo del rimborso da parte di lavoratori dipendenti e pensionati al gennaio 2019. Riprenderà a gennaio 2019 anche il pagamento dei premi di assicurazione e dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro. Il canone Rai viene poi sospeso fino al 31 dicembre 2020, mentre è prorogato al 31 dicembre di quest’anno il termine per la presentazione delle domande per la ricostruzione privata. Inoltre il testo prevede la proroga di 60 giorni dei tempi per l’avvio delle procedure di riavvio delle agevolazioni fiscali e contributive sospese nel cratere per il il terremoto del 2009. La legge contiene poi altre due norme che erano attese dai territori: la regolarizzazione delle strutture provvisorie realizzate sui terreni di proprietà – la cosiddetta norma di ‘nonna Peppina’ – e la procedura di sanatoria delle ‘lievi difformità edilizie’, in sostanza i piccoli abusi – in una percentuale consentita del 5% – realizzati prima del 24 agosto 2016: i proprietari degli immobili possono presentare, contestualmente alla domanda di contributo, una segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria pagando una sanzione tra i 516 e i 5.164 euro. Introdotte infine una serie di misure per la tutela dei familiari delle vittime dei terremoti del 2016, del 2012 e del 2009: è previsto un indennizzo di 5000 euro, che salgono a 40000 se la vittima era un minore. Inoltre, il pagamento delle rate dei Comuni in scadenza nel 2018 e nel 2019 verrà prorogato rispettivamente al primo e al secondo anno successivi.

Soddisfatto per la conversione in legge del decreto il leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini, mentre è critica la deputata abruzzese Stefania Pezzopane, dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd:

“Abbiamo votato a favore di questo decreto terremoto – ha detto la Pezzopane – perché è composto da proroghe importanti di strumenti di intervento varati dal governo Gentiloni. Strumenti che M5s e Lega dicevano di voler smantellare, ma che invece tengono in piedi perché non in grado di fare nulla di meglio e questo nonostante le roboanti promesse della campagna elettorale. Allo stesso tempo, però, ci addolora l’indifferenza con cui hanno affrontato questi temi, testimoniata dal triste utilizzo della parola ‘marchette’ per le richieste di cui eravamo portatori nei nostri emendamenti e che giungevano dai territori, dai cittadini, che hanno vissuto sulla loro pelle gli orrori del sisma. In commissione e in Aula, dopo la promessa fatta al Senato di modificare poi il testo alla Camera, da M5s e Lega sono giunti solo e solamente dei No e vaghe promesse di recuperare i contenuti degli emendamenti nel Mille Proroghe e nella Legge di Bilancio. Il Pd proseguirà con serietà, con senso del dovere, con onestà, al fianco degli amministratori locali e delle popolazioni, a battersi affinché al più presto giungano le risposte attese e che oggi sono purtroppo andate deluse. Per le tasse da restituire nelle zone del terremoto sarà necessaria una proroga ulteriore nel milleproroghe, vista la mancata approvazione dei nostri emendamenti che chiedevano di inserire immediatamente. C’e’ sicuramente bisogno di una ulteriore proroga adeguata, visto il mantenimento di soli 60 giorni, entro i quali, peraltro, c’è agosto. Meglio sarebbe stato approvare l’emendamento su de minimis e sull’interpretazione della norma italiana per l’applicazione di temporary framework e franchigia. Stupisce che i sovranisti Salvini e Di Maio, che su questa vicenda avevano addirittura annunciato che sarebbero usciti dall’Europa, ora dall’Europa dipendono anche per una norma italianissima. Noi continueremo a batterci fino a salvare tutte le imprese coinvolte da questo iniquo provvedimento, causato dalla mancata notifica avvenuta tra il 2009 e il 2011. Manteniamo ferme le decisioni assunte al tavolo regionale e a quanto convenuto con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti, ma vogliamo concretezza”

Pienamente soddisfatto invece Gregorio Fontana, questore della Camera e deputato di Forza Italia:

“Soddisfazione per l’approvazione all’unanimità dell’Ordine del giorno, presentato dal collega di Forza Italia Simone Baldelli, che impegna il Governo a destinare i risparmi provenienti dal bilancio della Camera alle aree e alle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017. Il voto dell’Aula di oggi segue quanto auspicato dal Collegio dei Questori che fin da subito aveva indicato quella a favore delle zone terremotate, come la giusta destinazione degli 85 milioni risparmiati dalla Camera dei deputati”.