La City: Sindacati PS dal Procuratore Capo

Inchiesta La City: Sindacati Polizia dal Procuratore Capo.

“Non comprendiamo l’accelerazione con la quale il Questore ha avventatamente segnalato al Ministero dell’Interno la necessità di trasferire Giancarlo Pavone ad attività non investigative e poi in data 22 marzo ha avviato il relativo procedimento disciplinare”.

Lo ribadiscono le segreterie provinciali dei sindacati di Polizia al termine dell’incontro con il procuratore capo di Pescara, Federico De Siervo, sulla vicenda dell”attacco’ del governatore Luciano D’Alfonso alla squadra Mobile e all’investigatore.

“Le organizzazioni – scrivono Siulp, Sap, Siap, Silp-Cgil, Ugl Polizia, Coisp e Uil Polizia – hanno sentitamente ringraziato il Procuratore Capo per i contenuti e gli indubbi apprezzamenti riportati nella sua comunicazione del 7 aprile, indirizzata al Questore, in cui si è espresso personalmente e formalmente, dopo aver attentamente vagliato i fatti e sulla scorta dei pareri espressi da tutti i Sostituti della Procura”. “È per noi motivo di soddisfazione – aggiungono – aver appreso che Giancarlo Pavone e la Squadra Mobile sono al di sopra di ogni possibile dubbio ed imparzialità nella propria attività. È altresì motivo di soddisfazione aver constatato che per la Procura della Repubblica di Pescara è necessario continuare ad avvalersi dell’attività investigativa di Pavone all’interno della Squadra Mobile, in quanto consolidato bagaglio di conoscenze, necessarie per il completamento di investigazioni delegate alla stessa Squadra Mobile”. “Il Procuratore Capo, apprezzando la nostra rappresentanza – prosegue la nota – con serenità ha ribadito la fiducia riservata alla Polizia di Stato in generale e a Giancarlo Pavone in particolare, puntualizzando che il richiamato appunto del Questore è stato frutto di una probabile incomprensione di chi ha espresso male un fatto e ha recepito male un concetto. All’esito dell’odierno incontro – concludono le segreterie – si rende necessario un chiarimento interno alla Polizia di Stato, anche per capire la natura degli evidenti errori commessi nella gestione della intera vicenda e di chi li abbia commessi”.