Crack Carichieti, lunedì i primi rimborsi

Crack Carichieti, lunedì i primi rimborsi. Al Fondo Interbancario giunte già seicento domande di rimborso. Tre quelle rigettate.

Via ai primi rimborsi forfait delle obbligazioni subordinate azzerate con il salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Da lunedì, annuncia Salvatore Paterna, vice direttore generale del Fondo interbancario, saranno infatti liquidate le prime pratiche. Al momento sono circa 600 le domande inviate al Fitd in gran parte da singoli risparmiatori. Di queste “alcune decine” sono già pronte per essere liquidate, una “percentuale rilevante” deve essere integrata mentre solo 3 sono state già rigettate.

A presentare le istanze per ottenere un rimborso forfettario fino all’80% dei titoli azzerati con il salvataggio di novembre 2015 sono stati finora soprattutto singoli risparmiatori, magari assistiti da studi legali. La maggior parte delle richieste è attesa invece già a partire dalle prossime settimane quando si muoveranno le associazioni dei consumatori che stanno affiancando i risparmiatori. Associazioni che a inizio anno (in 14) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con le 4 good bank e che anche questa mattina si sono incontrate con i rappresentanti degli istituti e del Fitd per avere nuovi chiarimenti sulla procedura, sulla platea (che, si ribadisce dalle Good bank, con i criteri individuati è stata ampliata) e sulla documentazione da presentare – che saranno presto pubblicati sul sito del Fondo sotto forma di domanda e risposta.

“Una buona percentuale delle istanze che abbiamo ricevuto finora – spiega Paterna, che si sta occupando del dossier – patisce una carenza documentale, anche perché molte sono state inoltrate prima che il Fondo pubblicasse il regolamento per i rimborsi” in agosto. Nel caso di documentazione incompleta possono scattare due diverse procedure “per venire incontro ai risparmiatori e tutelarli per evitare facili rigetti” che finora, aggiunge, sono stati “marginali”. In due casi sono state respinte le richieste di risparmiatori che avevano sottoscritto i bond subordinati dopo la data-limite del 12 giugno 2014 (data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della commissione Ue della direttiva Brrd), una terza perché mancava completamente dei documenti. Nel caso di pratica “palesemente incompleta”, spiega ancora Paterna si “interrompe il decorso dei termini, chiediamo l’integrazione dei documenti mancanti (per la quale i risparmiatori hanno 40 giorni di tempo). Se arriva nei tempi scattano di nuovo i 60 giorni” entro i quali il Fitd deve valutare ed eventualmente liquidare la pratica. Nei casi di mancanze “marginali”, ad esempio quando non è stato allegato il documento di identità o quello presentato è scaduto, c’è invece la sola “sospensione di venti giorni” per dare tempo di correggere questi errori ‘formali’, ma in genere si tratta “di pratiche che hanno già istruttorie positive sul diritto all’indennizzo”. Finora non era ancora iniziata la liquidazione, conclude il dirigente del Fitd, perché si era in attesa della “validazione formale” dello strumento di calcolo automatico messo a punto per conteggiare il rimborso. Validazione da parte di un soggetto specializzato che dovrebbe arrivare al più tardi entro la settimana. Così “da lunedì si avvierà la liquidazione delle prime pratiche”.