La Cgil contro il progetto di variante A/24 ed A/25

La Cgil contro il progetto di variante della A/24 ed A/25. Anche la Cgil Abruzzo e’ contraria al progetto presentato dal gruppo Toto per cambiare il tracciato autostradale della A24 e A25 e chiede l’apertura di “un grande confronto pubblico”.

“Esprimiamo un giudizio negativo – ha spiegato in conferenza stampa Sandro Del Fattore, segretario regionale della Cgil Abruzzo – per una serie di ragioni. Innanzitutto, si rischia di compromettere l’equilibrio geologico e ambientale di una parte importante del territorio del nostro Abruzzo, regione verde d’Europa. Inoltre, siamo in presenza di aree ad alto rischio sismico, come nel caso del tunnel tra la Marsica e la Valle Peligna. La stessa commissione che ha valutato il progetto – ha aggiunto – riconosce l’esistenza del rischio sismico e idrogeologico”. Secondo il segretario della Cgil, si tratta di

“un’idea di sviluppo rivolta al passato: grandi opere e arterie autostradali volano della crescita. Mentre invece – ha evidenziato – gli indirizzi sulla sostenibilita’ dello sviluppo in ambito europeo e anche regionale, puntano su quella che viene definita l’economia circolare: riqualificazione, recupero e messa in sicurezza del territorio quali cardini di una nuova qualita’ dello sviluppo. Questa, a nostro avviso, e’ la grande sfida sul terreno dell’innovazione. Il progetto e le tante gallerie rischiano di compromettere il delicato equilibrio ambientale e territoriale”. Del Fattore, inoltre, ha evidenziato che la Cgil condivide l’esigenza della messa in sicurezza delle gallerie e dei viadotti, “vale, pero’, la pena di ricordare che la legge, in vigore del 2006, prevedeva gli interventi come manutenzione ordinaria, che proprio per questa ragione non influivano sul pedaggio, come invece accadra’ con questo progetto”. Del Fattore, ha poi sostenuto che il progetto va contro gli interessi dei cittadini abruzzesi perche’ “priva alcuni territori dell’accesso alla rete autostradale o la rende piu’ difficile” e ha sottolineato che “la priorita’ e la programmazione di opere e interventi sono di prioritaria responsabilita’ e competenza dell’amministrazione pubblica e non, come in questo caso, di un privato”. Il sindacalista ha anche evidenziato che “la messa in sicurezza e’ un obbligo di legge contrattuale” e che “in sostanza non si fa l’opera ragionando sulla sua utilita’, ma per la concessione e l’approvazione del progetto. Questo e’ un criterio discutibile”. “Abbiano letto – ha detto Del Fattore – che si prevedono 20 mila posti di lavoro. Cinque mesi fa erano 10 mila. Ho l’impressione che questo tema venga usato per convincere della bonta’ del progetto. La Cgil, ovviamente, e’ interessatissima all’occupazione e, infatti, quotidianamente siamo impegnati nella difesa del lavoro che c’e’ e per produrne altro. Si produce, pero’, buona e stabile occupazione nella difesa, tutela e valorizzazione del territorio, negli interventi per un nuovo assetto idrogeologico del territorio. La vera opportunita’ di lavoro e’ la manutenzione programmata del territorio. Giudichiamo, quindi, negativamente il progetto e chiediamo un grande confronto pubblico, anche sulle modalita’ di gestione del concessionario”. Dello stesso avviso il segretario provinciale della Cgil aquilana, Umberto Trasatti, il quale ha evidenziato che il progetto avrebbe “un impatto devastante sul piano sociale, economico e ambientale”.

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