Nuova Carichieti, i lavoratori chiedono chiarezza

Nuova Carichieti, i lavoratori chiedono chiarezza. Dopo lo “choc” della risoluzione delle vecchie banche, i lavoratori delle 4 Nuove Banche, chiedono chiarezza.

“Le 4 Nuove Banche, ripulite dalle sofferenze cedute alla REV a prezzi scontati, risanate e ripatrimonializzate , sono state studiate e analizzate dai potenziali acquirenti, in qualche caso concorrenti,  che le hanno rivoltate come un calzino”, affermano i rappresentanti delle Segreterie degli organismi sindacali aziendali FISAC/CGIL in una nota. Un anno dopo, in un contesto del sistema creditizio diventato, a dire poco,  più complesso, molto si legge delle condizioni poste dal/dai potenziali acquirenti. Poco o nulla si conosce delle eventuali condizioni poste dalla Proprietà e dalle Banche che hanno concorso a finanziare l’Autorità di risoluzione delle crisi presso Banca d’Italia. Apprendiamo dalla stampa, affermano ancora i rappresentanti sindacali,che, fra le condizioni poste, vi sono:

– la valorizzazione negativa del perimetro aziendale rispetto al valore del complesso delle attività e passività di ciascuna Nuova Banca;

– l’ utilizzo di modelli per il calcolo degli attivi a rischio che comporterà il passaggio di molti crediti deteriorati a sofferenze con conseguente cessione a terzi;

– l’esito dei confronti con la BCE in merito all’entità dell’aumento di capitale richiesto al/ai potenziali acquirenti. In tanti mesi ormai trascorsi (che si aggiungono alla precedente fase di amministrazione straordinaria) , in attesa della cessione sul mercato,  nessun progetto industriale per le 4 Nuove Banche Nuova Cassa di Risparmio di Chieti Spa – Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara Spa – Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio Spa – Nuova Banca delle Marche Spa. Eppure ci sono stati sforzi e impegno per recuperare il rapporto di fiducia, le relazioni di clientela, per migliorare il costo della raccolta e recuperare margini di redditività. Ma l’assenza di un assetto definitivo della proprietà e degli assetti societari ha comportato interventi spot anziché veri e propri piani di rilancio. Non sappiamo se ai tavoli di trattativa siano stati presentati “piani d’impresa” dai potenziali acquirenti né se siano stati richiesti dall’Autorità di risoluzione; nulla di emerge in merito a progetti e conseguenze sull’economia dei territori coinvolti. Laddove la potenziale concentrazione dei mercati rilevanti del prodotto e geografico, interessati dalle intese per la cessione, provocherà effetti sulla concorrenza, sull’offerta e sui prezzi, oltre che sulle condizioni di lavoro.  Silenzio anche sulle scelte della Società veicolo “REV – Gestione Crediti S.p.A.”, costituita a gennaio 2016 per gestire i crediti in sofferenza ceduti – a prezzi stracciati – dalle 4 vecchie banche. Eppure, concludono i rappresentanti sindacali, la gestione e la ristrutturazione di tali crediti produce effetti sul territorio e sulle relazioni di clientela delle 4 Nuove Banche. La proroga dei termini per la cessione delle 4 Nuove Banche, concordata con la Commissione UE, dovrebbe consentire la ricerca di soluzioni non traumatiche. A nostro giudizio, “ procedimenti aperti, trasparenti, non discriminatori e competitivi ” farebbero bene al mercato e al sistema, tanto più che i detentori ( non istituzionali e non professionali )  di obbligazioni subordinate attendono ancora il decreto attuativo sull’arbitraggio e che i piccoli azionisti, clienti altamente fidelizzati, sono rimasti a “bocca asciutta”.