Iniziato a Bradford il processo a Samira Lupidi

Si è aperto stamattina dinanzi alla Corte di Bradford, in Inghilterra, il processo a carico di Samira Lupidi, la 24 enne originaria di Martinsicuro che il 17 novembre dello scorso anno avrebbe ucciso le figlie Evelyn di 3 anni e Jasmine di 12 mesi.

La giovane, rea confessa, secondo quanto si è appreso avrebbe parzialmente ritrattato la sua ammissione di responsabilità davanti ai giudici britannici. La madre di Martinsicuro deve rispondere dell’accusa di omicidio. La difesa della Lupidi nelle scorse settimane aveva presentato la richiesta di procedere per omicidio colposo, concedendo una sorta di responsabilità diminuita. La giovane madre avrebbe inferto numerose coltellate sulle due piccine per paura di perderle. Da quanto riportato sulle colonne del tabloid inglese “DailY Star”, Samira Lupidi, nell’aula del tribunale inglese, in lacrime davanti ai giurati avrebbe ammesso la morte di Jasmine, ed Evelyn, ma avrebbe negato l’omicidio. ” Le ho uccise gli ho fatto male”. queste le sue parole. Ai giudici della Corte di Bradford è stato riferito che le due bambine sarebbero state accoltellate dalla mamme nei loro letti con un coltello da cucina con una lama di 25 cm. prima di trovare rifugio nel centro per giovani mamme in difficoltà. Secondo la testimonianza avrebbe affermato:

“Se non posso averle io, non può averle entrambe”, riferendosi al suo ex compagno.  Affiancata da un interprete, la giovane donna ha raccontato alcuni passaggi di quella tragica giornata. Samira Lupidi, che indossava un cardigan grigio e una camicia bianca, si teneva spesso la testa tra le mani e ed il volto pieno di lacrime.

Una vera e propria ammissione davanti ai giudici. In aula la 24 enne originaria di Martinsicuro ha raccontato di essere terrorizzata dai continui litigi con il il compagno, Carl Weaver, e dal timore che potesse portarle vie le due figlie. Timore che aveva preso forma dopo aver ascoltato delle conversazioni tra il convivente e il fratello. Samira temeva di essere lasciata, ma soprattutto di perdere le due figlie.  Ha riferito inoltre alla polizia che il suo convivente la costringeva a vivere con esigue risorse economiche e con le poche sterline che le passava doveva provvedere ad alimentare e vestire le due bambine.

Il giorno prima del duplice omicidio, Samira si era rivolta alla polizia inglese lamentando ferite ad un braccio e ad una gamba che il compagno le avrebbe inferto presso la sua abitazione in Heckmondwike, nei pressi di Bradford . Aveva pura che il compagno potesse ucciderla. Così gli agenti l’hanno affidata ad una casa famiglia dove, il giorno dopo, avrebbe dovuto incontrare proprio Carl insieme alle figlie. La mattina seguente, però, Samira uscì dalla stanza con le mani insanguinate. “Ho dovuto farlo, se non le posso avere io, non le avrà neanche lui”. Il giudice, Eady, ha dovuto interrompere la deposizione di Samira Lupidi sul banco degli imputati, per il forte pianto mentre venivano forniti i dettagli delle uccisioni .

Le bambine furono colpite al petto tra il cuore ed i polmoni con nove coltellate ciascuna e la corsa in ospedale fu inutile. In aula sono stati anche ascoltati alcuni responsabili della casa famiglia, i primi a vedere Samira dopo il duplice omicidio: “Era al telefono con la madre e non faceva altro che ripetere quanto amasse le figlie”.

Un racconto struggente, ma Samira, accusata di omicidio volontario, non ha retto ed ha chiesto di uscire. Il processo è poi andato avanti ed è stato aggiornato a domani mattina.