Psichiatria: 120mila abruzzesi sono depressi

Allarme depressione in Italia: sei milioni di persone soffrono di disturbi legati anche alle nuove dipendenze da web e gioco. In Abruzzo la stima è di 120 mila persone con una percentuale che oscilla tra il 7 e il 13% della popolazione.

Sono circa 6 milioni gli Italiani che soffrono di un qualche disturbo psichiatrico che necessiterebbe di cure. La stima è del presidente della società italiana di psichiatria (Sip), Bernardo Carpiniello, il quale sottolinea come la depressione sia tra le patologie maggiormente in crescita, tanto che il 10% degli Italiani ha avuto un episodio patologico di questo tipo almeno una volta nella vita, con un aumento dell’incidenza di questa malattia di circa il 3% negli ultimi 10-15 anni.

“Attualmente il 20% circa della popolazione afferente ai dipartimenti di salute mentale è costituita da persone affette da schizofrenia”, spiega Carpiniello in occasione di un incontro alla Camera sui quarant’anni della Legge Basaglia. “Il resto è costituito per circa il 31% da disturbi dell’umore (depressione maggiore 23,5 e disturbo bipolare 7,5%), il 13,5% da patologie comunemente indicate come disturbi nevrotici (quali disturbo ossessivo compulsivo, da stress post-traumatico, di panico o da ansia generalizzata). Una quota significativa è costituita da altre patologie in crescente ascesa come i disturbi di personalità (circa il 7%) e da altri disturbi psichici e da uso di sostanze (circa il 18%), da quelle ‘tradizionali’ quali alcol, eroina, cocaina, cannabis, a quelle ‘nuove’ quali cannabinoli e psicostimolanti sintetici, e dalle cosiddette dipendenze comportamentali (circa il 4,5%), come la dipendenza da gioco d’azzardo o da Internet”.

Inoltre è novità di questi ultimi anni quella che riguarda le problematiche psichiche legate alla popolazione immigrata e che in alcune regioni, soprattutto nel centro nord, raggiunge circa il 10% dell’utenza totale.

“Per questo motivo un altro tema chiave è la formazione delle nuove generazioni di specialisti, che devono essere oggi pronti ad affrontare condizioni e situazioni psichiatriche radicalmente mutate rispetto agli scorsi decenni, come l’uso di nuove sostanze stupefacenti, molto più aggressive, nella popolazione più giovane, e di problemi legati alla transculturalità”, ha spiegato Massimo Di Giannantonio, presidente del collegio degli ordinari di psichiatria.