Coronavirus, l’IZSAM trova due caratterizzazioni genetiche differenti del Covid-19

L’IZSAM trova due caratterizzazioni genetiche differenti del Covid-19 in Abruzzo. I primi risultati del sequenziamento del genoma indicano che il virus è stabile, probabilmente collegato ai focolai del Nord Italia e ai focolai del Nord Europa.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise è entrato nella rete Covid19 abruzzese a seguito dell’autorizzazione del Ministero della Salute del 13 marzo. In stretta collaborazione con l’Assessore alla Salute della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, l’IZSAM ha avviato la diagnosi di Covid19 da tamponi effettuati sulle persone con sintomi o prelevati nel corso di screening del personale sanitario e di potenziali contatti, in conformità ai protocolli del Laboratorio di riferimento regionale dell’ospedale di Pescara. Dal 16 marzo all’1 aprile l’IZSAM ha esaminato circa 5.000 campioni clinici respiratori (tamponi): ora sta analizzando circa 500 campioni al giorno con due linee di lavoro distinte che impiegano 50 unità fino a 17 ore al giorno.

Nel 2017 l’IZSAM è stato nominato Centro di Referenza Nazionale per le Sequenze Genomiche di microrganismi patogeni; il personale del laboratorio di genomica della sede centrale di Teramo, un laboratorio all’avanguardia che utilizza le più innovative piattaforme per la Next Generation Sequencing, ha iniziato subito il sequenziamento del genoma del virus rilevato in tamponi positivi mediante metodiche di nuova generazione.
“Lo scopo principale dell’indagine è comprendere meglio l’epidemiologia molecolare della malattia”, afferma il Direttore Generale Nicola D’Alterio, “in tutte le nostre attività, e ancor più nelle fasi di emergenza come quella che stiamo vivendo, è di fondamentale importanza che la ricerca sia sviluppata in parallelo con l’attività diagnostica. Sequenziare il genoma del virus è utile anche per individuare le mutazioni che possono portare ad una diminuzione della patogenicità: a tal proposito stiamo fornendo il nostro supporto in campo epidemiologico al Dipartimento di Prevenzione della ASL di Teramo per affrontare meglio il fenomeno pandemico”.
Il DG D’Alterio aggiunge: “Siamo in stretto contatto con la Regione Abruzzo al fine di efficientare il processo di esame dei tamponi, anche attraverso il dialogo tra i sistemi informatici degli enti… noi siamo fortunati perché siamo in possesso di una tecnologia avanzata che ci ha consentito di organizzare rapidamente le operazioni di ricezione e refertazione dei tamponi. Dobbiamo ringraziare il Presidente Marsilio, l’Assessore Regionale dott.ssa Verì e la Protezione Civile che ci sono stati di grande supporto nel garantire il graduale e ottimale miglioramento delle attività. Inoltre con la ASL di Teramo e le altre ASL abruzzesi la collaborazione è stretta e continua, l’obiettivo comune è di fare tutto il possibile in questo difficile momento per garantire la salute dei cittadini”.

Al momento è stato analizzato un primo gruppo di 23 campioni provenienti dai diversi ospedali abruzzesi: Teramo, Atri (TE), Pescara e L’Aquila. I risultati ottenuti indicano che il virus che circola oggi in Abruzzo è piuttosto stabile, caratterizzato da poche mutazioni che sembra non abbiano alcuna influenza sulla sua virulenza. Le differenze riscontrate nei genomi sequenziati hanno inoltre permesso di collegare il virus sia ai focolai del Nord Italia (Lombardia e Veneto) che ai focolai identificati in Nord Europa già alla fine di febbraio. Infatti, in 16 casi il genoma virale analizzato possiede una mutazione identica a quella presente in virus isolati all’inizio dell’epidemia in Inghilterra, Belgio, Olanda e Svizzera.
Questo è un risultato rilevante perché può fornire indicazioni utili sulle modalità di ingresso del virus in Abruzzo. È probabile, quindi, che la sua introduzione sia legata a più fonti d’infezione e non solo a quella riconducibile al focolaio del Nord Italia. In queste ore sono in corso ulteriori attività di sequenziamento del genoma del virus allo scopo di approfondire i risultati preliminari ottenuti finora.
“Le nostre attività vengono svolte in stretto contatto e collaborazione continua con enti di ricerca di eccellenza”, conclude D’Alterio, “enti che sono in prima linea nella lotta alla pandemia da Covid19 come l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani… stiamo seguendo una strategia comune per uscire da questa fase di emergenza”.

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