Decennale Sisma, Gabrielli difende il lavoro fatto nel 2009

Decennale sisma L’Aquila: Gabrielli, contro propaganda nega fatti eccelsi. Dopo dieci anni il Capo della Polizia sottolinea che nelle tendopoli non furono sospesi i diritti.

“Un uso reale o interpretato tale in maniera propagandistica di fatti straordinari ha prodotto come conseguenza una contro propaganda che ha negato l’esistenza dei fatti straordinari. In questo territorio in quei mesi sono stati compiuti fatti straordinari”.

Così il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, intervenuto all’Aquila in un evento commemorativo del decennale del sisma del 6 aprile del 2009 organizzato alla Scuola Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza. Gabrielli, intervenuto insieme al comandante generale delle Fiamme gialle Toschi, al capo della protezione civile, Angelo Borrelli e all’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, l’abruzzese Gianni Letta, ha difeso l’azione ed i risultati ottenuti nell’emergenza e nel post terremoto, messi in discussione “in asettici studi televisivi da persone che non erano qui e che discettano di come si doveva fare”.

“Per la prima volta in questo Paese – spiega Gabrielli, prima prefetto dell’Aquila e poi vice capo della protezione – si è data concretezza all’idea di Zamberletti di un esercito di popolo: 90mila giovani, uomini, donne, anziani, sotto l’egida del volontariato, organizzato, di protezione civile che qui in questo territorio hanno dato il meglio di loro stessi. Il primo piano nazionale antisismico che per la prima volta nel nostro Paese si rivolgeva all’edilizia privata, per la prima volta qui la comunità scientifica è entrata a fare parte del sistema di protezione civile. L’Ingv è andata nei territori per spiegare e far capire qui per la prima volta si è messo in moto un meccanismo di verifica di agibilità sismica che non ha mai avuto queste proporzioni, qui l’accademia, i laboratori di sismica nazionale, hanno contribuito in tempi mai visti prima, una verifica puntale per conseguire alle persone di rientrare immediatamente nelle loro abitazioni. Anche il famigerato e mai sufficientemente denigrato progetto Case per dare alloggio a migliaia di persone, aveva un senso qui: si preferisce nascondere che è stato un terremoto unico e che L’Aquila insieme ad Arezzo è la città che ha più edifici vincolati in Italia”. In merito “alla infamante accusa per un servitore dello Stato di militarizzazione dei 178 campi aperti per l’emergenza”, Gabrielli ribadisce che “qui non c’è stata nessuna sospensione dei diritti costituzionali e sono state fatte dallo Stato cose straordinarie”. “Nei campi hanno operato le colonne mobili della Pc, l’Anpas, la Misericordia, la Croce Rossa, le regioni, questa affermazione è di una gravità assoluta perché nel nostro paese le persone sono morte durante la Resistenza per riaffermare i principi della libertà”.