Genio civile, una riforma che non piace

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La riforma del Genio civile che entrerà in vigore tra pochi giorni anche in Abruzzo, adeguandosi a una legge nazionale del 2001, riguarderà, tra le tante novità, un cambiamento anche nelle procedure autorizzative in aree sismiche.

La nuova normativa prevede infatti che si passerà dall’attuale regime semplificato del deposito sismico a quello “autorizzatorio”. Cosa vuol dire? Che nelle zone ad alta e media sismicità, tecnicamente definite “zone 1” e “zone 2”, in cui rientra anche il territorio aquilano, i lavori di costruzione non potranno essere avviati se prima il Genio civile non avrà rilasciato l’autorizzazione sismica.

L’adeguamento alle nuove normative era previsto entro il prossimo 16 marzo, ma dato il ritardo e la complessità del cambiamento, è stato prorogato ad aprile. Un termine comunque troppo vicino per gli ordini dei tecnici, architetti e ingegneri, che denunciano il mancato adeguamento alle nuove nome da parte della Regione, nonostante siano trascorsi 5 anni dall’approvazione della legge. E ora all’Aquila e nel cratere sismico si rischia il blocco delle pratiche.

A spiegare le conseguenze sull’iter burocratico dell’esame delle pratiche e, di conseguenza, sulla ricostruzione concreta, sono i presidenti dell’ordine degli Ingegneri e quello degli architetti della provincia dell’Aquila, Elio Masciovecchio e Gianlorenzo Conti.