Elezioni Abruzzo, i candidati firmano un Patto per le Donne

In vista delle prossime elezioni in Abruzzo, la Commissione Pari Opportunità regionale invita i candidati a sottoscrivere un Patto per le Donne.

La CPO, nata per promuovere politiche di genere, ha redatto un documento pensato per mettere in comunicazione la cosiddetta “base” con coloro che si accingono ad amministrare la regione. Il Patto per le Donne viene sottoposto ai candidati Presidenti della Regione questa mattina, nella sede regionale di piazza Unione.

 

“Mutuando l’idea degli Stati Generali delle Donne,  movimento che in Abruzzo è rappresentato da Rosaria Nelli, che in altre regioni ha utilizzato questo strumento in prossimità delle elezioni – spiega la Presidente della Commissione Pari Opportunità, Gemma Andreini –abbiamo deciso di invitare alla stesura del documento le associazioni e gli organismi operanti sul territorio, intenzionati a dare il loro contributo in base all’esperienza maturata confrontandosi quotidianamente con le peculiari esigenze del mondo femminile che richiede politiche ad hoc, politiche, appunto, di genere. Questo Patto per le Donne verrà sottoposto all’attenzione di tutti i candidati alla Presidenza della Regione Abruzzo che, se lo riterranno, potranno sottoscriverlo integralmente o nei punti di loro interesse.

Le Donne candidate che, grazie all’introduzione della cosiddetta doppia preferenza di genere, voluta fortemente dalla Commissione pari opportunità, saranno numericamente ben rappresentate, verranno chiamate all’appello con il precipuo compito di attivarsi e vigilare sull’attuazione di queste importanti politiche di genere che possono veramente far fare all’Abruzzo un grande salto di qualità verso una società più equa. Sono tanti i punti che verranno affrontati attraverso il Patto per le Donne: un focus sul ruolo che la Commissione Pari Opportunità deve svolgere in base alla legge; l’adozione di un Codice di comportamento rispettoso del ruolo dei membri della pubblica amministrazione; l’applicazione del corretto uso del linguaggio di genere nella pubblica amministrazione; affrontare le problematiche di genere in ambito sanitario; il caregiver familiare che vede, suo malgrado, la donna protagonista; innovative politiche di welfare familiare; il bilancio di genere: strumento indispensabile per ripartire in modo equo le risorse finanziarie dell’ente; la disoccupazione femminile che attraverso innovativi approcci, come lo smart working, può trovare nuovi sbocchi; le iniziative di sostegno all’imprenditoria femminile; le formule di microcredito agevolato; l’attuazione di programmi formativi negli istituti scolastici per sensibilizzare alle pari opportunità ed al rispetto; l’approccio ai diritti del mondo femminile utilizzando anche strumenti come la “Carta dei diritti della Bambina” della Fidapa BPW Italy; iniziative concrete contro la violenza di genere; lo sviluppo di azioni mirate, in ambito culturale, volte a valorizzare la figura femminile; iniziative di valorizzazione turistica del territorio prendendo a modello attività svolte da imprese femminili”.