Bonifica ex Montecatini di Piano d’Orta, la V.I.A. non serve

Per rimuovere 28.000 metri cubi di rifiuti e 3.500 di terreni contaminati dall’area ex Montecatini di Piano d’Orta non serve la procedura V.I.A., la Regione Abruzzo risponde alla diffida ricevuta due giorni fa dal Ministero.

Per la bonifica del SIN di Bussi a Piano D’Orta non serve la valutazione di impatto ambientale, quindi la conferenza dei servizi che dovrà decidere sul progetto, convocata dal Ministero dell’Ambiente, può andare avanti. L’intervento in oggetto riguarda una porzione dell’area ex Montecatini di Piano d’Orta. La risposta della Regione Abruzzo è stata diffusa in una nota stampa inviata dal Forum H2O. Qui di seguito uno stralcio del comunicato del Forum:

“La Regione Abruzzo, servizio Rifiuti, ha risposto alla diffida pervenuta due giorni fa dal Ministero dell’Ambiente che aveva dato due giorni all’ente per rispondere sulla necessità o meno della procedura, ritenendo esclusa la procedura per analogia con il parere del Comitato V.I.A. riguardante la discarica Tre Monti di Bussi rilasciato un mese fa. Tra l’altro quest’ultimo progetto è molto più corposo di quello previsto per Piano d’Orta, visto che qui si tratta di rimuovere 28.000 mc di rifiuti e 3.500 mc di terreni contaminati. Come organizzazioni ricordiamo che le procedure di V.A. (verifica di assoggettabilità) e di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) vengono svolte su specifiche categorie di opere elencate dettagliatamente negli allegati del D.lgs.152/2006. Interventi quali quelli a Bussi sulla discarica Tre Monti e a Piano d’Orta sull’area ex Montecatini non rientrano assolutamente in tali elenchi di tipologie di opere. Pertanto a nostro avviso erano addirittura domande pleonastiche, trattandosi tra l’altro di interventi volti al miglioramento ambientale che hanno carattere di urgenza in considerazione degli impatti sanitari che possono esserci. La Regione ha anche tenuto a replicare al Ministero che era onere di quest’ultimo stabilire le procedure da seguire e contattare gli uffici preposti della Regione. Sinceramente, dopo 11 anni dalla scoperta della contaminazione, crediamo che tutti gli enti debbano solo pensare ad operare velocemente per recuperare il tempo perduto. I cittadini della Val Pescara attendono con ansia il risanamento del territorio. Ricordiamo che questo progetto è una prima fase di un’azione più ampia che presto dovrà interessare anche altre aree del sito”.