Bisenti, il sindaco: “Abbandonati da Dio e dagli uomini”

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“Questa valle è abbandonata da Dio e dagli uomini”, sono le parole drammatiche del sindaco di Bisenti che parla di situazione catastrofica in paese, a causa della neve e del terremoto.

A Bisenti, forse non tutti sanno famosa per aver dato i natali a Ponzio Pilato ed è più di una leggenda, la neve e il terremoto hanno messo in ginocchio la popolazione. Hanno fatto il giro dei media anche internazionali le immagini della strada provinciale 365 che si è sbriciolata, qualche giorno, fa mentre i Vigili del Fuoco stavano effettuando un sopralluogo. Il sindaco Enzino De Febis ci descrive la situazione del paese: “Catastrofica, – taglia corto – oltre alla provinciale 365 attualmente chiusa (è consentito solo un piccolo passaggio pedonale), c’è anche un’altra frana a interessare il territorio. Inoltre le scosse di terremoto di gennaio hanno dato il colpo di grazia a una situazione già precaria che interessa il centro storico”. Sono crollati tetti, gran parte del centro storico è chiuso, diverse case abbandonate dagli abitanti, 90 le famiglie al momento evacuate ma, ci dice il primo cittadino, ci sono ancora decine e decine di sopralluoghi da effettuare quindi potranno esserci altri sgomberi. C’è il timore reale di uno spopolamento del paese. Graziano Paolone, titolare di un bar nella piazza centrale di Bisenti dove la Chiesa madre è chiusa a causa del sisma, parla di “Transumanza di persone” che lasciano il paese per trasferirsi sulla costa a causa di condizioni di vita ormai difficili. Paolone spiega che si è costituito un gruppo di commercianti della provincia di Teramo che hanno avuto un colpo durissimo dopo il sisma e la neve. “Bisenti è fuori dal cratere sismico – prosegue – e la situazione dal terremoto del 2009 è peggiorata. Il mio stesso locale è agibile ma solo in parte.” A lui fanno da risonanza anche altri commercianti del posto: “Ormai non c’è un euro di guadagno. Qui non si vede più nessuno, la situazione è tragica e dobbiamo pagare le tasse. Chiediamo almeno una proroga o di poterle dilazionare.” C’è un’idea che lancia Graziano Paolone, autore di un libro su Ponzio Pilato, invece di realizzare una fiction sulla tragedia di Rigopiano col rischio di speculare sul dolore, perché non ci si dà la possibilità di girare qui un film su Ponzio Pilato? Sarebbe un bel modo di tenere alta l’attenzione su queste zone e cercare di rilanciarle affinché non vengano abbandonate a un destino che sembra essere segnato.