Mare Pescara: “Sversamento liquami non comunicato”

Uno sversamento di liquami non transitati dal depuratore e finiti direttamente nel fiume Pescara non sarebbe stato comunicato alla popolazione dall’amministrazione comunale di Pescara.

A segnalarlo è l’associazione Pescara Mi Piace, in particolare Berardino Fiorilli e Armando Foschi, che in conferenza stampa hanno reso noto un episodio risalente al 25 maggio scorso, aggiungendo che i campionamenti sono stati fatti dall’Aca e non dall’Arta.

“Le analisi – dice l’associazione – hanno certificato la presenza di valori di escherichiacoli superiori ai 100.000 microgrammi per metro cubo, un valore venti volte superiore al limite di legge di 5000 microgrammi, che nessuno ha ritenuto importante o doveroso comunicare alla popolazione. Nelle stesse ore il sindaco Alessandrini toglieva il divieto di balneazione sulla costa a pochi metri da quello stesso sfioro”.

Pescara Mi Piace ha annunciato una campagna di informazione e una richiesta di incontro al Prefetto Provolo, al Manager della Asl di Pescara Armando Mancini e ad altri organismi istituzionali.

“Due – hanno spiegato Foschi e Fiorilli – le ultime notizie in ordine di tempo di cui siamo venuti a conoscenza: la prima riguarda gli sversamenti dei liquami in mare avvenuti addirittura il 25 maggio. Anche in quel caso, come ormai da prassi, a fronte di due gocce di pioggia, dunque non parliamo di un nubifragio, ma di una semplice pioggerellina primaverile, la società che oggi gestisce il depuratore di via Raiale, così come accadeva con la ditta precedente, ha disposto l’apertura dei bypass a valle del depuratore per impedire che i liquami in eccesso, a causa dell’aggiunta delle acque piovane, mandassero in tilt l’impianto stesso. A quasi un mese di distanza, abbiamo saputo che i bypass sono stati aperti alle 5 del mattino del 25 maggio e sono stati chiusi alle 8.30 del 26 maggio, dunque per 27 ore e mezza continuative i liquami di Pescara non sono andati al depuratore per essere bonificati, ma sono stati scaricati direttamente nel fiume e quindi nel mare. Stavolta però c’è di più: in questa circostanza, dunque il 25 maggio 2017 sono state effettuate delle analisi delle acque. Le analisi dei campioni però non sono state eseguite dall’Arta, ma, caso strano, dal Laboratorio Analisi dell’Aca, situato in via Bassino, Zona industriale San Martino a Chieti Scalo, diretto dal dottor Pietro Menna, biologo. E i risultati delle analisi di quei campionamenti sono spaventosi, ed è ancora più spaventoso che nessun Ente abbia sentito la necessità di informare la popolazione. E’ possibile che un’istituzione come l’Aca, l’azienda che gestisce il sistema acquedottistico del pescarese, certifichi la presenza di livelli di inquinamento disastrosi e non abbia il dovere di informare ufficialmente la popolazione? È possibile che anche il sindaco sia esonerato da tale onere, pur essendo il primo tutore della salute della popolazione? E perché le analisi di quei due campionamenti sono state eseguite solo dal Laboratorio dell’Aca e non dall’Arta?”.