L’Aquila, precari del Comune di nuovo in presidio

precari comune dell'aquila

Ancora senza soluzione la questione del rinnovo dei contratti dei precari del Comune. Scatta una nuova protesta, con i lavoratori che dopo aver incontrato il sindaco, sono in presidio dentro a palazzo Fibbioni.

Il no dei dirigenti del Comune dell’Aquila e le titubanze del sindaco sulla proroga dei contratti – scaduti il 30 settembre scorso – dei precari di fatto sta bloccando il lavoro degli uffici comunali, creando disservizi in settori anche strategici come la ricostruzione e il sociale.

E’ ancora lontana dall’essere risolta una delle questioni più complesse in questo momento per il Comune. Per la proroga dei contratti dei 56 precari storici è già intervenuto nei giorni scorsi il ministero del Lavoro, definendola fattibile, ma alcuni dirigenti del Comune non intendono procedere nel timore che ci possano essere ricorsi futuri da parte dei lavoratori e condanne da parte della Corte dei Conti. Proprio questa mattina c’è stata un’ennesima animata assemblea fra i lavoratori e il sindaco Massimo Cialente.

Intanto, a complicare la situazione, in una sorta di lotta fra poveri, intervengono gli idonei del cosiddetto “concorsone” Ripam, voluto un paio di anni fa dall’allora ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. I quali dicono, in sostanza: i veri aventi diritto a lavorare siamo noi. I precari sono riuniti nella sala delle riunioni a palazzo Fibbioni, sede della giunta comunale, dove resteranno ancora una volta a oltranza: “Da qui non ce ne andremo – ha detto la sindacalista della Fp-Cgil Rita Innocenzi – questa diventerà una questione nazionale”.

Per la senatrice Stefania Pezzopane, fautrice di un emendamento nel decreto Enti locali che permette la proroga fino al 2017 i contratti dei precari del Comune, “ci sono dirigenti che non stanno rispettando la legge”.  un mancato rispetto della legge”.

Ecco la nota dei precari di risposta agli idonei del “concorsone”:

“In riferimento alle dichiarazioni di recente apparse sugli organi di stampa da parte dei cosiddetti idonei del concorsone Ripam, i precari del Comune dell’Aquila ritengono di dover fornire le seguenti precisazioni:
1.tutte le pretese di assunzione avanzate dagli idonei, si fondano su di un presupposto errato. Si sostiene che i precari del Comune sarebbero stati assunti per chiamata diretta in assenza di selezioni pubbliche.Ebbene, tali dichiarazioni oltre che errate sono assolutamente diffamatorie.
I precari sono stati assunti in virtù di una selezione pubblica, indetta nella fase post sisma ai sensi di varie delibere (chi parla di raccomandati sappia che utilizza un argomento strumentalmente spendibile in tutti i casi di selezione). Successivamente al superamento della selezione venivano quindi stipulati con l’ente locale contratti di lavoro a tempo determinato, il cui termine di durata è stato più volte prorogato e rinnovato;
2. le attuali rivendicazioni degli idonei riguardano, sia chiaro, l’interesse ad un contratto a tempo determinato della durata di circa tre mesi, ossia da ora a fine 2015. Si tratterebbe quindi dell’interesse ad entrare da precari in sostituzione degli attuali precari;
3. ad oggi i precari del Comune dell’Aquila stanno protestando al fine di ottenere non un ingiusto privilegio, bensì al fine di veder attuate le disposizioni legislative che consentirebbero la relativa proroga o il rinnovo. Pertanto, sino a che saranno vigenti tali disposizioni, che ad oggi, nonostante le titubanze del Comune dell’Aquila, consentirebbero la proroga o il rinnovo sino al 2017, le pretese degli idonei sono giuridicamente infondate. Solo in seguito, eventualmente, potranno far valere le relative pretese. Sino ad allora i precari continueranno nella lotta per i relativi diritti, senza contrastare, a differenza degli idonei, le legittime aspettative di altri, che peraltro, essendo idonei, possono essere assunti a tempo indeterminato anche da altre amministrazioni.
Va, infine, precisato che la tanto decantata operatività dal primo giorno da parte degli idonei è infondata. La macchina amministrativa del Comune dell’Aquila non può permettersi, nel processo di ricostruzione, fasi di stallo o rallentamenti”.

Il servizio del TG8: